«In questo momento la formidabile dipendenza energetica dalla Russia è davvero difficile da giustificare e da sopportare» dice Roberto Cingolani nella giornata in cui il tema torna con forza nell’agenda della politica europea. Il ministro della transizione energetica partecipa a una delle Agorà del Partito democratico, proprio sul tema del gas russo e denuncia il fatto che «l’Europa versa cifre enormi nelle casse della Russia». Per questo, prosegue, «dobbiamo farci un esame di coscienza e credo che tutta l’Europa lo stia facendo». Ne deriva che «è arrivato il momento di lavorare sulla sicurezza energetica nazionale e di correggere errori antichi». «Siamo arrivati a momento clou – dice Cingolani – Non abbiamo in questo momento alternative all’indipendenza energetica e abbiamo una emergenza ecologica altrettanto importante».

Si esprime con parole nette il segretario del Pd, Enrico Letta: «Se, come io auspico, si andrà ad un embargo del petrolio e del gas russo, è evidente che avremo dei costi molto pesanti», che «devono essere affrontati a livello europeo». Ieri ha preso posizione anche il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte. Non esclude l’opzione di chiudere i rubinetti russi, ma anche lui sostiene che per cercare alternative e misurarsi con il mercato globale delle fonti sia necessario l’intervento dell’Ue. «L’unica strada praticabile è un Energy recovery fund europeo – afferma Conte – Gli stati devono mettere da parte tutti gli egoismi e lanciare piani di acquisto comuni del gas, stoccaggi comuni e massicci investimenti nelle fonti rinnovabili, oltre ad un Price Cap con compensazione. Se riusciremo a farlo, avremmo una posizione di forza, potremo renderci indipendenti dal gas russo e migliorare l’approvvigionamento e la diversificazione energetica».

Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, dice al Financial Times che «bruciare gas per produrre energia è stupidissimo, sia dal punto di vista economico che ambientale». Ma avverte che bisognava pensarci per tempo perché « prima devi sopravvivere e poi provare a ridurre la tua dipendenza». «Tutti parlano delle rinnovabili, il tempo delle chiacchiere è finito», promette sempre Cingolani, che in passato aveva espresso posizioni controverse circa la possibilità di investire nel «nucleare di nuova generazione». Ma secondo i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, il ministro «parla di indipendenza energetica senza lavorare per raggiungerla e continuando a renderci dipendenti dalle fonti fossili: stiamo ancora aspettando l’installazione di almeno 8GW all’anno di fonti rinnovabili che ci avvicinerebbero al target del 72% entro il 2030». Bonelli ed Evi criticano il ministro per la mancata autorizzazione di alcuni impianti di eolico off-shore e gli contestano di sovrastimare il peso dei giacimenti italiani di gas.