Internazionale

Chiesa cattolica, un passo avanti verso lo Stato unico

Chiesa cattolica, un passo avanti verso lo Stato unicoL'assemblea dei vescovi cattolici in Terra Santa – Patriarcato Latino

Israele/Palestina L'Assemblea dei vescovi ordinari cattolici di Terra Santa in un documento di fatto dichiara il fallimento della soluzione a Due Stati e invoca uguaglianza e diritti per tutti in Terra Santa

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 23 maggio 2019

La Chiesa cattolica muove verso la soluzione di uno Stato unico democratico per israeliani e palestinesi in piena uguaglianza? Questo interrogativo è una semplificazione della linea complessa che il Vaticano porta avanti in Medio oriente. Ciò nonostante è lecito porsi questa domanda leggendo il documento approvato dall’Assemblea dei vescovi ordinari cattolici di Terra Santa – presieduta da Moussa al Hage, arcivescovo maronita di Haifa – nel quale si prende atto che la soluzione a Due Stati distinti per gli israeliani e i palestinesi, sostenuta (tra ambiguità e ripensamenti) dalla comunità internazionale dalla firma 25 anni degli Accordi di Oslo sino ad oggi, «non ha portato da nessuna parte» e viene riproposta «inutilmente».

Non è una bocciatura definitiva dei Due Stati. Piuttosto il documento sottolinea che invocare questa soluzione non serve a nulla mentre sul terreno Israele controlla tutto e continua la colonizzazione dei territori dove potrebbe/dovrebbe nascere lo Stato di Palestina. L’Unione europea appoggia l’indipendenza palestinese ma si limita ad un sostegno politico simbolico. E gli Stati Uniti, con l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca, persino più di prima sono schiacciati sulle posizioni della destra israeliana guidata da Benyamin Netanyahu, contraria allo Stato palestinese.

Il documento non rappresenta un appoggio indiretto al piano di Trump (noto come “Accordo del secolo”) che, prendendo atto, come afferma il presidente americano, della «situazione sul terreno», assegna a Israele il controllo di tutto. Al contrario indica che la Chiesa cattolica guarda in avanti con una nuova visione «per Gerusalemme e l’intera terra, chiamata Israele e Palestina, tra il fiume Giordano e il mare Mediterraneo». E lo fa assegnando diritti e dignità a tutti, senza distinzioni. «Tutti in questa Terra Santa – scrivono i vescovi – hanno piena eguaglianza, l’uguaglianza che si addice a tutti gli uomini e le donne creati uguali a immagine e somiglianza di Dio. Crediamo che l’uguaglianza, qualunque siano le soluzioni politiche che potrebbero essere adottate, resti una condizione fondamentale». Pertanto, aggiunge il documento, «è tempo per le Chiese e i leader spirituali di indicare un’altra via, di insistere che tutti, israeliani e palestinesi, sono fratelli e sorelle nell’umanità» e di esortare «i cristiani in Palestina-Israele di unire le loro voci con gli ebrei, i musulmani i drusi e ogni altro che condivida la visione di una società basata sull’eguaglianza e sul bene comune».

Torna l’interrogativo. La Chiesa cattolica ora prende in considerazione la soluzione dello Stato unico per ebrei e palestinesi? Wadie Abu Nassar, analista politico e portavoce delle Chiese non conferma e non smentisce. «Non tocca alla Chiesa cattolica e alle altre Chiese indicare una soluzione politica, tuttavia la Chiesa denuncia che la situazione attuale è insostenibile per la dignità degli esseri umani in questa terra» spiega Abu Nassar rispondendo alle domande del manifesto «deve perciò essere garantita uguaglianza e diritti a tutti, non è giusto che nella stessa terra alcuni abbiamo più diritti di altri».

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