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Cavani: «Sono la prima donna in 80 anni», sul Red carpet sfila la politica

Cavani: «Sono la prima donna in 80 anni», sul Red carpet sfila la politicaLa cerimonia di inaugurazione e il Leone a Cavani – foto Ansa

Venezia 80 Leone d’Oro d’onore alla regista che invoca un maggiore equilibrio nei riconoscimenti, alla cerimonia inaugurale si fanno notare Salvini e Renzi

Pubblicato circa un anno faEdizione del 31 agosto 2023

Tra i discorsi pronti, recitati, provati del rigido protocollo cerimoniale di inaugurazione dell’80a Mostra del cinema, Liliana Cavani che ha appena ricevuto il Leone d’oro alla carriera scompiglia all’improvviso l’ordine. Si appoggia, ringrazia Charlotte Rampling protagonista del Portiere di notte per il suo discorso e Roberto Cicutto, il presidente della Biennale, sul palco sembra perdere il filo, riceve l’applauso ed ecco che pacatamente continua dichiarando che non va bene che lei in 80 anni è stata la prima donna a ricevere questo premio.

PERCHÉ NEL CINEMA ci sono tante professioniste sceneggiatrici brave e la Mostra ne dovrebbe riconoscere il merito. Dice: «Bisogna dar loro la possibilità di essere viste, è necessario senz’altro un equilibrio, la Mostra ha già molti anni. Mi auguro che il mio sia un inizio e che abbia un senso».
È uno dei passaggi più intensi della cerimonia di apertura della Mostra, sala pienissima, senza quei divi hollywooduani che avrebbero di certo moltiplicato l’impatto del Red carpet – se ci fosse stato il previsto The Challenger di Luca Guadagnino, che ha comunque sfilato prima della cerimonia.
Nonostante tutto il tappeto rosso inaugurale della Mostra è anche stavolta la vetrina di eccellenza per la politica italiana e del nuovo governo specialmente, che brama a farsi vedere sotto ai riflettori dell’evento nazionale dell’anno.

Sarà il film, sarà che dai tappeti rossi e in generale dai riflettori non riesce a stare mai troppo lontano, a Venezia 80 arriva anche Matteo Salvini. In smoking, «emozionato e felice», insieme a lui c’è la fidanzata Francesca Verdini in argento. Il titolo del film è Comandante, ma trattandosi di un capo – sommergibilista – in qualche modo è anche un capitano, nomignolo con il quale Salvini cominciò a farsi chiamare dai suoi quando aveva il vento in poppa. Alcuni anni fa. E cosi proprio accanto al cast del film che apre il festival, siede in posizione d’onore il ministro vicepremier che impose di disattendere le più elementari leggi del mare con i suoi decreti, al tempo del Conte uno. Disonore eterno ed eterna memoria, direbbe il comandante Todaro, protagonista del film. Che però era un comandante fascista, come fascista è la retorica con cui guida i suoi uomini e non per niente finirà nella X Mas. Occasione naturalmente imperdibile, la proiezione inaugurale intendiamo, anche per il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che, non dovendo votare i film a differenza che i libri dello Strega, sembra intenzionato a godersi effettivamente lo spettacolo. Impossibile non notare, infine, che al palazzo del Cinema c’è anche Renzi, impossibile perché saluta proprio tutti, forse anche noi o forse era quello dietro di noi. Così salutando conquista quasi la prima fila. Per accorgersi troppo tardi, però, quando le luci di spengono, che ministri e autorità stanno tutti più indietro. Che la Mostra abbia inizio.

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