Luca Pasquaretta, già portavoce della sindaca di Torino Chiara Appendino e successivamente collaboratore della sottosegretaria Laura Castelli, da ieri è disoccupato. Avrà tempo per studiare una linea difensiva per i reati che gli vengono contestati: estorsione, peculato, turbativa d’asta, traffico illecito di influenze.

Pasquaretta avrebbe tentato di ricattare la sindaca per avere un posto di lavoro: pare che l’ex portavoce minacciasse di mettere in cattiva luce la prima cittadina di Torino con la sua maggioranza, anche se è noto che Chiara Appendino non lesina pesanti critiche ai suoi consiglieri che più volte l’hanno messa in difficoltà.

Due anni e mezzo di fuoco, quelli dell’ex portavoce di Chiara Appendino, passato da addetto stampa della fiera Torino Erotica alle trasmissioni televisive locali dove in qualità di giornalista sportivo si lasciava andare a coloriti linguaggi, per poi giungere alla corte di Chiara Appendino.

Dopo la dipartita di Paolo Giordana, il primo «consigliere» della sindaca, un altro «Rasputin» caduto nella polvere per un micragnoso tentativo di rimozione di una multa da pochi euro a un amico, Pasquaretta prende spazio nella piccola corte pentastellare torinese, forte di una solida amicizia con la sindaca e il marito di lei. Da qui il tentativo di ricatto?

Ma, in realtà, come lui sostiene, si tratterebbe di un equivoco, di un’incomprensione, e in sede processuale tutto verrà chiarito. Pasquaretta inoltre sottolinea che «non bisogna dimenticare che in Italia c’è la presunzione di innocenza».

L’indagine infatti non nasce da una denuncia di Chiara Appendino – che sulla vicenda non ha rilasciato alcuna dichiarazione, così come l’intero M5s torinese, piemontese e nazionale – bensì da un’intercettazione telefonica.

Allontanato dal M5s torinese, su pressione dei consiglieri comunali un paio di mesi dopo l’accusa di peculato, Pasquaretta è finito alla corte di Laura Castelli.

Curioso passaggio per un mondo che prevede la presunzione di colpevolezza immediata per tutti. Pasquaretta ha preso la strada per Roma, dove ha ricevuto dal M5s un incarico a tempo.
«A seguito dell’inchiesta che coinvolge Luca Pasquaretta e le accuse a lui rivolte, ritengo sia necessario interrompere immediatamente il nostro rapporto di collaborazione. La magistratura farà il suo corso, e ribadisco rispetto e fiducia per il lavoro che svolgono i magistrati», afferma in una nota il sottosegretario all’Economia.