Politica

Caso Arianna Meloni, la destra tra solidarietà e paranoia. I giudici: «Vogliono delegittimarci»

Arianna Meloni (Ansa)Arianna Meloni – Ansa

Le reazioni Renzi scatenato e anche il Pd va all'attacco. Toti si schiera senza dubbi con Sallusti

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 20 agosto 2024

Il più scandalizzato di tutti è Matteo Renzi, sospettato di essere il grande regista del golpe giudiziario prossimo venturo di cui la destra si dice covintissima: al centro del mirino adesso c’è Arianna Meloni ma è chiaro (no?) che il bersaglio grosso è sua sorella Giorgia, la premier.

«Per me se Arianna Meloni partecipa al tavolo delle nomine non apre una questione giudiziaria, ma dimostra che abbiamo sostituito la partitocrazia con la parentocrazia – ha detto in un’intervista alla Stampa -. Per me è politica, non un reato. Capo del governo, sorella e cognato: una roba del genere esiste solo in Corea del Nord. Sono loro che la buttano sul giudiziario: o sanno qualcosa che noi non sappiamo o sono vittime di paranoia». Da FdI, e più in generale da tutta la destra, il grido al complotto è altissimo: l’editoriale di Sallusti in cui si parla della volontà di indagare Arianna Meloni viene preso come verità assoluta, ignorando il principio in base al quale le grandi tesi devono essere sostenute da grandi prove. Che almeno per il momento mancano completamente. «È un film che abbiamo già visto ai tempi di Berlusconi», ripetono in coro gli esponenti della maggioranza. Il forzista Giorgio Mulé si spinge addirittura a parlare della «barbarie del pre-avviso di garanzia», anche se finge di non ricordare che tutta questa storia è nata da un’articolo del Giornale, testata di certo non ostile al governo. Si sprecano poi gli attestati di solidarietà ad Arianna Meloni, ma non si capisce se per l’articolo di Sallusti o per le critiche tutte politiche sul fatto che la sorella della premier sia la capa del primo partito del parlamento.

Un fatto che non ha rilevanza giudiziaria ma che certo politicamente qualcosa dovrà pur significare. Chi metterebbe la mano sul fuoco sul retroscena di Sallusti, comunque, è Giovanni Toti: «È indubbio che ilSallusti scriva notizie fondate. La sua esperienza e la sua professionalità sono fuori dubbio. A me stupisce la reazione dei partiti. Arianna Meloni è accusata, dalla politica per ora, vedremo se anche dalla magistratura, di essersi occupata di nomine e designazioni ai vertici di aziende di Stato. Ma questo è il punto.Chi dovrebbe nominare i vertici di quelle società se non chi ha vinto le elezioni?».

A conti fatti, la rivelazione del presunto complotto è un’rma d’attacco per la destra. O, a voler pensare male, un clamoroso caso di coda di paglia, un fuoco di sbarramento preventivo per quando uscirà fuori davvero un’indagine.

«Ormai siamo abituati ad attacchi di questo tipo, anche da diverse forze politiche. Si tratta di un’operazione di delegittimazione molto pericolosa. Ancora una volta si vuole far apparire la magistratura come interessata e di parte. Si vuole far credere che i magistrati esercitino la loro funzione per scopi politici. Così facendo si indebolisce un pezzo dello Stato e si corre il rischio che i cittadini non si fidino più della magistratura. Nel caso specifico, poi, sono state fatte delle dichiarazioni senza alcun riferimento a fatti concreti. Sono tesi, a quanto ne sappiamo, fondate sul nulla», ha commentato all’Huffington Post la vicepresidente dell’Anm Alessandra Maddalena. «Mettono le mani avanti perché sanno benissimo che la prossima legge di bilancio sarà molto delicata, che le casse sono vuote, che dovranno riconfermare il cuneo fiscale ancora una volta temporaneo e non strutturale, che non riescono a mettere mano alle pensioni dopo che avevano costruito una campagna elettorale su questo», è invece il parere di Arturo Scotto del Pd.

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