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Case alluvionate, il governo litiga sull’assicurazione

Case alluvionate, il governo litiga sull’assicurazioneLa situazione disastrosa nella città di Forlì foto LaPresse

Romagna Musumeci: «Non ci sono i soldi, fate una polizza», ma Salvini lo gela: «No a nuove tasse». Stanziati pochi spicci per l’emergenza

Pubblicato 12 giorni faEdizione del 22 settembre 2024

L’alluvione in Emilia-Romagna continua a essere terreno di scontro politico. A tre giorni dalle intense precipitazioni che hanno fatto esondare 4 fiumi, provocato frane e allagato alcune città, non si placa il botta e risposta tra il governo nazionale di destra e la giunta regionale di sinistra. Con le elezioni in programma il 17 e 18 novembre, le due fazioni sono impegnate a puntarsi il dito l’una contro l’altra sulle responsabilità di un disastro avvenuto appena 16 mesi dopo l’estesa alluvione di maggio 2023.

IERI il consiglio dei ministri ha stanziato 24 milioni di euro e dichiarato lo stato d’emergenza per 7 province dell’Emilia-Romagna e per la fascia costiera marchigiana, anch’essa colpita da frane e allagamenti. Venti milioni andranno agli interventi «più urgenti e prioritari di soccorso e assistenza alla popolazione» in Romagna e quattro alle Marche. Si tratta di fondi per coprire le prime urgenze, ma serviranno molti altri miliardi per la prevenzione e l’adattamento di un territorio fragile, dove questi eventi saranno sempre più frequenti. Su tale necessità il governo continua a tacere; anzi, il ministro Musumeci ha consigliato alle famiglie di sottoscrivere una polizza assicurativa contro le calamità. «I costi sarebbero certamente minori rispetto a quelli che dovrebbero sostenere per ricostruire la casa», ha detto. «Lo Stato non è più nelle condizioni di reggere l’impatto con le criticità ambientali, che sono diventate sempre più ricorrenti e di dimensioni spaventose». Una dichiarazione che combina il negazionismo al menefreghismo. Ma Salvini lo gela subito: ««Nessun obbligo, no a una nuova tassa sulla casa»».

Per Musumeci si tratta della seconda brutta figura in poche ore. Giovedì, mentre molte città romagnole erano ancora sott’acqua, il ministro ha convocato una conferenza stampa per accusare la regione di inefficienza, insinuando che la giunta Bonaccini non avrebbe speso tutte le risorse stanziate da Palazzo Chigi dopo l’evento del 2023 per mettere in sicurezza il territorio. Ma la presidente facente funzioni della regione Irene Priolo ha respinto le accuse al mittente: i soldi sarebbero stati tutti spesi e, comunque, il governo ha nominato commissario post-alluvione il generale Francesco Figliuolo, accentrando la gestione a Roma anziché sul territorio.

Inoltre, un anno e mezzo fa la premier Meloni ha promesso che il governo avrebbe risarcito tutti i danni; ma i comuni e i cittadini stanno ancora aspettando la maggior parte delle risorse. Degli 8,5 miliardi certificati dalla regione, ad oggi Palazzo Chigi ne ha stanziati solo 3,8, di cui 2,5 per la messa in sicurezza del territorio e 1,3 per i rimborsi alle persone e alle imprese colpite. «Le polemiche ci stanno sempre in Italia, io preferisco lavorare, le polemiche le lascio agli altri», ha detto la premier dall’isola di Ortigia, scaricando sui soliti nemici immaginari le imprudenze di Musumeci.

MICHELE DE PASCALE, candidato alla guida della regione per il centrosinistra, ha deciso di annullare e riprogrammare tutti i suoi impegni della campagna elettorale. «Le energie devono essere tutte rivolte ai territori colpiti», ha detto l’attuale sindaco di Ravenna. L’unico appuntamento rimasto in agenda è oggi alle 12 a Parma, dove è in programma un dibattito con la sua sfidante di centrodestra Elena Ugolini. Di sicuro il tema dell’alluvione sarà al centro della discussione.

«Non avrei voluto far passare il messaggio di volermi sottrarre al confronto», afferma De Pascale al manifesto, definendo «positivo ma insufficiente» lo stanziamento del governo, che basta appena per coprire le spese delle prime emergenze. «L’esigenza ora è di non perdere lo stesso tempo che abbiamo perso dopo la prima alluvione. Bisogna attuare subito il piano straordinario studiato dalla regione», che attende l’approvazione del governo. L’auspicio del candidato è di «uscire dal clima di speculazione politica che sta caratterizzando la gestione dell’alluvione da parte del governo, ormai da un anno e mezzo».

OLTRETUTTO, rimarca De Pascale, «con la nomina di Figliuolo, lo Stato ha avocato a sé la responsabilità della gestione, e ora attribuisce le colpe alla regione. C’è qualcosa che non torna». Tuttavia, conclude, «ai cittadini emiliano-romagnoli non interessa di chi è la colpa, bensì vogliono sapere se e quando si realizzerà il piano straordinario. Stiamo solo aspettando il via libera del governo. Quali sono le sue intenzioni? Sto ponendo questa domanda da mesi, ma nessuno risponde».

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