«Caro Bifo, per resistere al necro-capitalismo non possiamo disertare»
Crisi Tra poche settimane saranno 60 anni da quando Umberto Eco pubblicò il suo Apocalittici e Integrati, un libro oggi impossibile da scrivere perché da almeno 30 anni esistono soltanto gli […]
Crisi Tra poche settimane saranno 60 anni da quando Umberto Eco pubblicò il suo Apocalittici e Integrati, un libro oggi impossibile da scrivere perché da almeno 30 anni esistono soltanto gli […]
Tra poche settimane saranno 60 anni da quando Umberto Eco pubblicò il suo Apocalittici e Integrati, un libro oggi impossibile da scrivere perché da almeno 30 anni esistono soltanto gli Integrati. Ci è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. Molti ex di Potere Operaio ora predicano il buon senso, la moderazione, l’accettazione dello stato di cose presente; talvolta si indignano quando i giovani di Ultima Generazione imbrattano i muri, peraltro con vernice lavabile.
Benvenuto, quindi, a Franco «Bifo» Berardi, che interpreta in perfetta solitudine la nobile parte di quelli che Eco definiva «nichilisti fiammeggianti». Il suo articolo sul numero scorso dell’ExtraTerrestre resterà un esempio insuperabile della produzione culturale degli Apocalittici: «Come vivremo se l’edificio della civiltà sociale si disintegra, come pare stia accadendo?». «Credo che la volontà sia una facoltà cognitiva enormemente sopravvalutata dai moderni». «L’ultimità è la condizione nella quale ci troviamo, qualsiasi cosa faccia o non faccia la politica». «In ogni caso non c’è più nessuno che voglia (e men che mai possa) fermare la terminazione dell’umano».
Difficile essere più fiammeggianti di così, ma essere controcorrente non basta per avere ragione. Men che meno quando si propone di disertare per «sperimentare forme di vita frugali e solidali, indipendenti dal mercato, indipendenti dallo stato. (…) Cercare linee di fuga, nicchie di sopravvivenza autonoma».
È vero che questo è quel che piccolissimi gruppi stanno cominciando a fare sui Pirenei o altre zone montagnose: allevare capre, vivere dei prodotti dell’orto, contemplare il cielo stellato, ma è davvero una soluzione? Bifo certo non ignora il romanzo di Wu Ming 2 Guerra agli umani che, già nel 2008, metteva in scena un protagonista che abbandona la città per vivere in una grotta sui monti. Wu Ming 2, all’anagrafe Giovanni Cattabriga, mostrava però che gli Appennini sono molto affollati, e non solo di cinghiali: palestrati nazisti, gangster albanesi, cacciatori, bracconieri, carabinieri survivalisti e, naturalmente, cantieri ferroviari e autostradali. Non ci sono zone franche, isole felici, nicchie incontaminate dove i disertori possano rifugiarsi. E, se ci fossero, le comprerebbe un fondo-avvoltoio di Wall Street per farci un rifugio per miliardari di serie B (quelli di serie A, come Musk o Bezos, vogliono andare su Marte).
«Le risposte politiche ereditate dal ventesimo secolo sono tutte inconsistenti – scrive Bifo – L’azione politica, quella (scarsa) che si definisce di sinistra, e quella (debordante) che si definisce di destra sono ridotte a rituali inefficaci: proclami rabbiosi, o tentativi di prevenire il panico con vecchie ricette la cui validità è scaduta da un pezzo». Al contrario, l’azione politica dei governi di destra è perfettamente efficace: Macron ha effettivamente tagliato le pensioni, come del resto aveva fatto la Fornero, Trump ha effettivamente tentato un colpo di stato prima di lasciare il potere e Netanyahu sta effettivamente compiendo massacri di civili a Gaza. Non c’è nulla di «inefficace» in questo.
Ma se la politica del necro-capitalismo è efficace, va detto anche che essa non lo è sempre: i movimenti di resistenza esistono, spesso perdono, qualche volta vincono. Cosa sarebbe successo in Brasile se i contadini, gli operai, gli intellettuali avessero disertato e lasciato Bolsonaro al potere? L’Amazzonia, polmone verde del pianeta, sarebbe probabilmente scomparsa nel giro del suo secondo mandato. Invece i brasiliani sono andati alle urne e hanno rieletto Lula, che non potrà fare tutto ciò che vuole fare e soprattutto ciò che sarebbe necessario fare, ma impedirà la distruzione della foresta e lo sterminio dei suoi abitanti.
Qui non c’è lo spazio per fare altri esempi di resistenza al potere, quindi mi limiterò a sottolineare l’errore di fondo su cui si regge il ragionamento di Bifo: l’idea che «la politica può quasi niente». Dove ci sono comunità di persone, che siano tribù africane o stati moderni, inevitabilmente ci sono interessi contrapposti, azioni simboliche, leader che vanno al potere e poi lo lasciano.
Quello che invece non c’è, e non ci può essere, è un Sistema monolitico, fondato su meccanismi automatici: era in fondo l’idea di Francis Fukuyama della «fine della Storia», anno 1992.
Per Fukuyama la Democrazia liberale aveva vinto per sempre, per Bifo il necro-capitalismo ha vinto per sempre ma entrambi sbagliano: le forme della politica cambiano, gli imperi possono avere lunga vita e poi dissolversi rapidamente. La catastrofe climatica è già con noi, provocherà molte sofferenze e molti lutti ma non estinguerà la razza umana in quanto tale, almeno per quanto possiamo prevedere oggi.
Ogni resistenza, locale o globale, conta; ogni azione positiva ha un impatto, a breve o a lungo termine. E questo quotidiano è nato 52 anni fa precisamente a tale scopo: non disertare.
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