L’emergenza inquinamento che attanaglia la Pianura Padana non risparmia Bologna. Stretto tra allevamenti intensivi, industrie, motori a combustione e caldaie, il capoluogo emiliano fatica a respirare. L’Arpae ha diramato allerta rossa fino a oggi compreso. In città molti si astengono dal praticare sport all’aperto, mentre sui social sono virali gli screenshot delle tante app che permettono di controllare in tempo reale la qualità dell’aria. Bologna è colorata di rosso intenso, colore tossico. Anche le autorità corrono ai ripari: stop ai veicoli diesel fino a euro 5, stop agli impianti di biomassa legnosa, stop agli spandimenti di liquami con tecniche non sostenibili, divieto di sosta con motore acceso.

«Tutta la pianura padana è interessata da settimane dal ristagno di masse d’aria e, quindi, dall’accumulo degli inquinanti» spiega al manifesto Federico Grazzini, meteorologo dell’Arpae. «Domenica i valori registrati in alcune centraline erano particolarmente elevati. Io per primo ho evitato di stare troppo all’aperto».

Per il 3 marzo, tra dodici giorni, è in programma la Bologna Marathon. Tremila i partecipanti previsti, di cui seicento stranieri. Ma tra i corridori serpeggia preoccupazione. «Già da giovedì ci aspettiamo un miglioramento. Di certo la maratona si svolgerà in condizioni molto diverse da quelle attuali» rassicura Grazzini.

In attesa di dati migliori però, tiene banco la polemica politica. Per la destra è tutta colpa di zona 30, il provvedimento comunale che limita a 30 km/h la velocità concessa in città. In realtà il problema inquinamento riguarda buona parte del Settentrione, anche laddove le macchine continuano a raggiungere i consueti 50 km/h. Ma Fratelli d’Italia non ha dubbi: «Le allarmanti condizioni della qualità dell’aria sono da attribuire esclusivamente alla Città 30 all’ora» si legge in una nota del partito.

Il movimento ecologista la vede diversamente. «Il problema è strutturale: non possiamo cambiare la nostra geografia, ma possiamo cambiare modi di produzione» ci dice Marco Palma di Bologna for Climate Justice. «Zona 30 è un provvedimento giusto. Ma contrasta con l’allargamento del passante autostradale voluto dalle istituzioni anche locali. Da due anni chiediamo la valutazione d’impatto sanitario, ma il Comune non risponde».