Campo largo per il Green Deal, il centrodestra vuole azzopparlo (con l’aiuto dei centristi)
VERSO LE EUROPEE L’indice di impegno climatico curato dall’ong Italian Climate Network e dalla testata specializzata Climalteranti sui programmi dei partiti italiani in vista del voto. Avs in testa, ma nessuno prende 10
VERSO LE EUROPEE L’indice di impegno climatico curato dall’ong Italian Climate Network e dalla testata specializzata Climalteranti sui programmi dei partiti italiani in vista del voto. Avs in testa, ma nessuno prende 10
I progressisti promettono di difendere il Green Deal europeo, pur con qualche distinguo. Le destre si preparano ad affossarlo per sempre. È questa la sintesi dell’indice di impegno climatico curato dall’ong Italian Climate Network e dalla testata specializzata Climalteranti.
Venti esperti provenienti dal mondo accademico – fisici dell’atmosfera, ingegneri energetici, oceanologi, economisti – hanno analizzato i programmi dei partiti italiani per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno. I documenti gli sono stati sottoposti in forma anonima, cioè senza specificare quale forza politica abbia redatto quale programma.
Lo scenario che emerge è iperpolarizzato: l’ambiente, da questione relativamente trasversale, è diventata motivo di divisioni profonde al pari di diritti civili e riproduttivi o migrazioni. In cima all’indice climatico figura Alleanza Verdi Sinistra, unica forza a prendere 9 punti su 10. Segue il Movimento 5 Stelle con 8,6 e il Partito Democratico con 8,1.
Sorprende il risultato modesto di Pace Terra e Dignità, la lista guidata da Michele Santoro, che si vede assegnare un punteggio di 6,6. Molto distaccati i centristi, che anche a Bruxelles sono ormai al fianco delle destre nell’attaccare un giorno sì e l’altro pure le politiche verdi: Azione al 4,9, Stati Uniti d’Europa di Matteo Renzi ed Emma Bonino al 4,1.
Precipitano nel voto le forze di maggioranza, e non è una sorpresa: 3,5 per Fratelli d’Italia, 3,1 per Forza Italia, 2,1 per la Lega. La lotta contro le «follie green», d’altronde, è uno dei cavalli di battaglia delle destre in questa campagna elettorale. In ogni caso, spiegano gli autori dell’indice, il voto 6 non indica la sufficienza. Per essere in linea col rispetto degli obiettivi internazionali, infatti, «serve essere non distanti dal 10».
I programmi raccontano ovviamente solo un pezzo della storia. L’8 e 9 giugno si voteranno persone, non liste d’intenti. Per questo uno studio del Wwf e altre ong europee ha cercato di tracciare le performance ecologiste delle forze politiche nel corso della legislatura comunitaria uscente. I risultati ricordano da vicino le previsioni di Italian Climate Network e Climalteranti. I due gruppi più ecologisti sono Greens e The Left, entrambi rappresentati in Italia da Avs. Si tratta anche dei due gruppi che, secondo i sondaggi, avranno meno deputati in assoluto nel prossimo parlamento europeo. Seguono i Socialisti e Democratici, tra i quali siede il Pd, e a molta distanza i liberali di Renew.
Disastrose tutte le destre: i Popolari, suppostamente moderati, avrebbero votato contro le politiche verdi nel 75% dei casi. Fuori da questa classifica l’M5s, che non siede in nessun gruppo europeo, ma lo stesso studio assicura che si trova nella parte alta dell’ambizione climatica e ambientale.
La polarizzazione della transizione ecologica è un fenomeno chiaro anche a chi, all’infuori dei partiti, cerca di imporre la sua agenda in vista del voto. Martedì 4 giugno il movimento dei trattori tonerà a sfilare a Bruxelles: con le proteste degli scorsi mesi avevano ottenuto lo stop ad alcune norme sui pesticidi, ora puntano – almeno nella loro componente maggioritaria – ad azzoppare quel che resta del Green Deal.
Di senso opposto la tre giorni di mobilitazione lanciata dai movimenti per il clima continentali. Per loro il Green Deal è insufficiente, non eccessivo, e temono che le forze d’establishment si preparino ad abbandonarlo in favore di spesa bellica, austerity e interessi lobbistici. «Mentre le inondazioni, la scarsità d’acqua e le ondate di calore minacciano l’Europa, gli estremisti di destra vogliono retrocedere sul clima» ha spiegato al quotidiano Guardian la portavoce di Fridays For Future Berlino.
Nel corso della prossima legislatura europea si deciderà molto del futuro del contrasto al riscaldamento globale. Quelle dell’9 e 9 giugno sono anche elezioni climatiche, e sia i fautori sia gli avversari della transizione ecologica sono pronti a giocare tutte le loro carte.
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