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Calamità naturali, nel 2023 il record dei danni

Calamità naturali, nel 2023 il record dei danniL'alluvione in Emilia Romagna – Ansa

Clima Nel mondo il conto dei disastri cresce con una media costante tra il 5% e il 7% ogni anno, gli ultimi sei mesi sono stati più cari del 46% rispetto alla media degli ultimi 10 anni.

Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 agosto 2023

Nel mondo il conto da pagare per le calamità naturali cresce con una media costante tra il 5% e il 7% ogni anno, tanto che il primo semestre 2023 è più caro del 46% rispetto alla media degli ultimi 10 anni: il valore complessivo dei danni è arrivato così a 120 miliardi di dollari (109,5 miliardi di euro), un dato che tiene conto delle violente tempeste negli Stati uniti, del terremoto in Siria e Turchia, ma anche delle alluvioni del maggio scorso in Emilia-Romagna, tutte voci singole che però fanno crescere la conta delle perdite a livello mondiale,

Sono i dati comunicati dal riassicuratore svizzero Swiss Re, che ovviamente di fronte al cambiamento climatico promuove il proprio business: i danni assicurati erano pari a meno del 50% del totale. Per quanto riguarda l’alluvione dell’Emilia-Romagna, che ha provocato 10 miliardi di danni, solo il 6% ad esempio era assicurato, e questo lo ha reso l’evento meteorologico più pesante di sempre in Italia.

Le tempeste di forte intensità sono considerate responsabili di circa il 70% delle perdite assicurate, pari a 35 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra quasi doppia rispetto alla media degli ultimi dieci anni (18,4 miliardi di dollari). «I forti temporali causano le maggiori perdite – ha spiegato Martin Bertogg, Head of Catastrophe Perils di Swiss Re – e questi eventi, che noi definiamo “secondari” sono uno dei principali driver dell’aumento dei danni». Il terremoto che ha colpito Siria e Turchia nella notte tra il 5 e il 6 febbraio scorso rimane invece il singolo evento più devastante, oltre che in termini di vite umane, anche a livello finanziario.

Al netto di eventi catastrofici come questo, il maggior incremento nella conta dei danni è collegata al riscaldamento climatico, anche come effetto indiretto dalla rapida urbanizzazione e anche di un maggior valore dei beni assicurati. «Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano in eventi meteorologici sempre più estremi – dice Jérôme Jean Haegeli, Group Chief Economist di Swiss Re – e ne vediamo le conseguenze nelle ondate di calore o nei periodi di siccità, come anche nelle forti piogge e nelle inondazioni. Pesano poi la modifica dei territori delle aree costiere e fluviali e l’urbanizzazione verso territori prima naturali. Una combinazione difficilmente reversibile contro la quale è necessario avere prodotti assicurativi economici. Dobbiamo investire di più per adattarci al clima e dobbiamo farlo ora» è la ricetta di Swiss Re. Anche se ormai lo sappiamo: adattarci non è sufficiente, serve uno sforzo per tagliare le emissioni e frenare il cambiamento climatico.

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