Calamità naturali, nel 2023 il record dei danni
Clima Nel mondo il conto dei disastri cresce con una media costante tra il 5% e il 7% ogni anno, gli ultimi sei mesi sono stati più cari del 46% rispetto alla media degli ultimi 10 anni.
Clima Nel mondo il conto dei disastri cresce con una media costante tra il 5% e il 7% ogni anno, gli ultimi sei mesi sono stati più cari del 46% rispetto alla media degli ultimi 10 anni.
Nel mondo il conto da pagare per le calamità naturali cresce con una media costante tra il 5% e il 7% ogni anno, tanto che il primo semestre 2023 è più caro del 46% rispetto alla media degli ultimi 10 anni: il valore complessivo dei danni è arrivato così a 120 miliardi di dollari (109,5 miliardi di euro), un dato che tiene conto delle violente tempeste negli Stati uniti, del terremoto in Siria e Turchia, ma anche delle alluvioni del maggio scorso in Emilia-Romagna, tutte voci singole che però fanno crescere la conta delle perdite a livello mondiale,
Sono i dati comunicati dal riassicuratore svizzero Swiss Re, che ovviamente di fronte al cambiamento climatico promuove il proprio business: i danni assicurati erano pari a meno del 50% del totale. Per quanto riguarda l’alluvione dell’Emilia-Romagna, che ha provocato 10 miliardi di danni, solo il 6% ad esempio era assicurato, e questo lo ha reso l’evento meteorologico più pesante di sempre in Italia.
Le tempeste di forte intensità sono considerate responsabili di circa il 70% delle perdite assicurate, pari a 35 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra quasi doppia rispetto alla media degli ultimi dieci anni (18,4 miliardi di dollari). «I forti temporali causano le maggiori perdite – ha spiegato Martin Bertogg, Head of Catastrophe Perils di Swiss Re – e questi eventi, che noi definiamo “secondari” sono uno dei principali driver dell’aumento dei danni». Il terremoto che ha colpito Siria e Turchia nella notte tra il 5 e il 6 febbraio scorso rimane invece il singolo evento più devastante, oltre che in termini di vite umane, anche a livello finanziario.
Al netto di eventi catastrofici come questo, il maggior incremento nella conta dei danni è collegata al riscaldamento climatico, anche come effetto indiretto dalla rapida urbanizzazione e anche di un maggior valore dei beni assicurati. «Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano in eventi meteorologici sempre più estremi – dice Jérôme Jean Haegeli, Group Chief Economist di Swiss Re – e ne vediamo le conseguenze nelle ondate di calore o nei periodi di siccità, come anche nelle forti piogge e nelle inondazioni. Pesano poi la modifica dei territori delle aree costiere e fluviali e l’urbanizzazione verso territori prima naturali. Una combinazione difficilmente reversibile contro la quale è necessario avere prodotti assicurativi economici. Dobbiamo investire di più per adattarci al clima e dobbiamo farlo ora» è la ricetta di Swiss Re. Anche se ormai lo sappiamo: adattarci non è sufficiente, serve uno sforzo per tagliare le emissioni e frenare il cambiamento climatico.
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