Buchmesse, editori tra sopravvivenza e intelligenza artificiale
Express Dopo le polemiche e l'incendiario discorso di Zizek, il mercato del libro di Francoforte fa i conti con i dati del suo settore. E si trova a fronteggiare le nuove tecnologie
Express Dopo le polemiche e l'incendiario discorso di Zizek, il mercato del libro di Francoforte fa i conti con i dati del suo settore. E si trova a fronteggiare le nuove tecnologie
A rischio di peccare di cinismo, tenderemmo a scommettere che negli stand della Fiera del libro di Francoforte si parlerà poco di politica e molto dei problemi – o, come si dice ora, delle sfide – che l’editoria deve affrontare per sopravvivere. Certo, le appassionate dichiarazioni e gli infuocati appelli che hanno segnato la giornata di apertura della Buchmesse (uno per tutti, l’intervento di Slavoj Zizek contro la invero sciagurata decisione della fiera di annullare la premiazione della scrittrice palestinese Adania Shibli in seguito all’attacco di Hamas) sono rimbalzati sui media di tutto il mondo, com’è giusto che sia. Ma si sa, anche quando lo spirito degli ideali è forte, la carne degli scambi commerciali e dei posti di lavoro rimane debole, tanto più quando – come in questo caso – coincide con l’incertezza di un settore che attraversa una trasformazione di cui non si prevedono gli esiti.
Del resto, scorrendo la lista degli incontri di Francoforte è chiaro che chi opera nel mondo del libro oggi si gratta la testa per capire quale sarà – anzi, qual è – l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro delle case editrici, si tratti dei diritti d’autore, delle traduzioni o delle immagini di copertina. Ne è una conferma l’articolo di Ed Nawotka uscito su Publishers Weekly alla vigilia della kermesse, che porta l’eloquente titolo Adapt or Die? Not Yet («Adattarsi o morire? Ancora no») ed è accompagnato da un disegno con un’ancora più eloquente didascalia: Yes, this image was created with AI («Sì, questa immagine è stata creata con l’intelligenza artificiale»). Non proprio parole confortanti per gli illustratori che pensano di campare con i proventi della loro attività.
Eppure Nawotka cerca di suonare rassicurante, sostenendo che i timori sono esagerati, perché «gli evangelisti dell’intelligenza artificiale hanno bisogno che gli editori continuino a fare ciò che sanno fare meglio – creare saggistica autorevole e narrativa emotivamente onesta – perché l’intelligenza artificiale continui a evolversi».
Paladino di questa posizione è addirittura ChatGPT o entità analoga che alla richiesta di produrre la recensione di un libro ha risposto così: «Purtroppo non posso scrivere una recensione perché sono un assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale e non ho la capacità di leggere o valutare i libri. Tuttavia, posso suggerirvi di cercare le recensioni di altri lettori online o di chiedere consigli in biblioteca o in una libreria specializzata».
C’è da sperare che tanta modestia non si guasti in futuro. Intanto le case editrici approfittano dell’appuntamento francofortese per tirare un bilancio, particolarmente importante nel caso dell’Italia, che nel 2024 sarà l’ospite d’onore alla Buchmesse. Secondo il rapporto dell’Associazione italiana editori, presentato come ogni anno all’inizio della fiera, «gli italiani comprano più libri rispetto al pre-pandemia e l’industria ha accompagnato questa crescita con un’offerta sempre più ampia e articolata». Peccato che il confronto con l’anno passato sia negativo (- 1,5 %) e che le copie vendute nei primi nove mesi del 2023 siano state 69,9 milioni, un milione di meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Se scarso conforto deriva dai numeri, non resta che confidare in Salman Rushdie, protagonista del Literature Gala di sabato, che nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista in cui ha affermato che «l’influenza della Buchmesse risiede proprio nel libero scambio di idee, attraverso i libri, tra molte culture».
Non sempre è così, purtroppo, e Rushdie dovrebbe saperlo bene: tra l’altro, quando fu invitato proprio a Francoforte nel 2015 a parlare di libertà di espressione, l’Iran invitò i paesi islamici a boicottare la fiera.
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