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Bruciano Spagna e Portogallo, onda di calore sull’Italia

Bruciano Spagna e Portogallo, onda di calore sull’Italia

Temperature Il rogo più intenso e duraturo, esploso sabato scorso e alimentato dai forti venti, ha devastato ottomila ettari a Odemira, nell'Alentejo, 200 km a sud di Lisbona

Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 agosto 2023

Secondo i dati dell’Istituto portoghese del mare e dell’atmosfera (Ipma), la temperatura massima – 46,4 gradi – è stata registrata a Santarém, a nord di Lisbona. Come se non bastasse la prolungata canicola, da martedì una vasta nube di polvere e sabbia proveniente dal Sahara e dal Sahel contribuisce a peggiorare la qualità dell’aria in quasi tutto il Portogallo, provocando problemi respiratori e infiammazioni agli occhi.

Il caldo estremo scatena vasti incendi soprattutto nelle regioni meridionali, ma anche in quelle centrali e settentrionali del Portogallo. Il rogo più intenso e duraturo, esploso sabato scorso e alimentato dai forti venti, ha devastato ottomila ettari a Odemira, nell’Alentejo, 200 km a sud della capitale. Le fiamme, che nelle fasi peggiori hanno investito un perimetro di 50 km, hanno obbligato la Guardia nazionale repubblicana ad evacuare quasi 1500 persone; solo ieri i vigili del fuoco – più di mille gli effettivi mobilitati, insieme a 15 mezzi aerei e 320 veicoli – sono riusciti a circoscriverle. Per fortuna non si sono registrate vittime, ma 9 persone sono state ricoverate in ospedale a causa delle ustioni o del fumo.

Altri settemila ettari di boschi e macchia mediterranea erano già andati in fumo a Castelo Branco, nel centro del paese alla frontiera con la Spagna, mentre nuovi roghi – spesso di origine dolosa o provocati da comportamenti irresponsabili – si sono avviati a Leiria e più a sud, in Algarve. Per l’Istituto per la Conservazione della Natura e dei Boschi (Icnf) nei primi nove giorni di agosto, in Portogallo è andata in fumo la metà della superficie bruciata in tutto il 2023.

Sul fronte degli incendi nella vicina Spagna va un po’ meglio, soprattutto se si pensa alla incredibile devastazione della scorsa estate. Nei giorni scorsi i roghi più gravi sono stati quelli di Portbou – in Catalogna al confine con la Francia – con 570 ettari bruciati e di Bonares – Andalusia – con 450 ettari distrutti.

Ma anche qui il caldo ha investito praticamente tutto il paese, comprese le regioni del nord tradizionalmente fresche e piovose anche d’estate. La terza ondata di calore di quest’anno ha fatto schizzare in alto le colonnine di mercurio fino a un massimo di 45 gradi. «La temperatura media» rilevata ieri «rappresenta un record dal 1950» ha spiegato l’Agenzia meteorologica statale (Aemet) di Madrid. L’allerta rossa è stata dichiarata in undici province – comprendenti l’Andalusia, la Comunità di Madrid, la Castiglia-La Mancia, i Paesi Baschi e la Castiglia-León – mentre molte altre sono in allerta arancione e gialla. A preoccupare è anche il fatto che la canicola spesso non concede respiro neanche di notte: ieri a mezzanotte, nel comune di Almadén – in Castiglia-La Mancia – i termometri registravano ancora 35 gradi.

Solo a partire da venerdì nella Penisola iberica le temperature dovrebbero iniziare a scendere, ma da quel giorno l’anticiclone africano investirà la Sardegna per estendersi poi sulla penisola italiana fino al 20 agosto.

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