Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, il quotidiano La Stampa attribuisce nel titolo una sua intervista all’industriale Bombassei: è diventato così moderato? Al Manifesto fu il primo a chiedere di tassare gli extraprofitti durante la pandemia: è così cambiato?
In realtà qualche giorno fa Bombassei, unico fra gli industriali, ha riconosciuto che i salari vanno alzati: è lui ad essere diventato progressista! Ci avranno confuso per questo.

La tassazione – solo al 25% – degli extraprofitti è l’unica vostra proposta accolta dal governo Draghi, portando al bonus di 200 euro. Ora siete in attesa di una nuova convocazione da parte del governo. Notizie?
Tutto tace. Con Draghi ci siamo visti i primi di maggio quando ci annunciò «un confronto costante e strutturato». Comprendo gli impegni internazionali, ma non capisco cosa intendesse.

Anche perché non sembrano all’ordine del giorno nuovi interventi sociali dopo il decreto Bollette. Il taglio del cuneo fiscale – ora chiesto da tutti – sarà in legge di Bilancio?
Sul cuneo fiscale faccio notare che quando facemmo lo sciopero generale con la Cgil era una delle richieste principali – al posto degli scaglioni Irpef – ma ci diedero dei folli per aver scioperato. Ora tutti lo chiedono. Noi diciamo: deve essere tutto a favore dei lavoratori perché le imprese in questi anni hanno già avuto 170 miliardi di sgravi. E soprattutto va deciso ora, non bisogna aspettare la legge di bilancio per il 2023.

Stima anche una cifra per il taglio del cuneo in busta paga?
Io dico che serve almeno una mensilità di stipendio in più entro la fine dell’anno. E aumentando al 100% la tassazione sugli extraprofitti e, controllando le speculazioni sui prezzi che in molti stanno facendo, si può fare.

In realtà sembra addirittura che Eni sia esclusa dal pagamento degli extraprofitti.
Sarebbe veramente una beffa. Anche perché un’azienda di stato può vendere a prezzo di mercato, avendo comprato il gas con contratti decennali prima del boom dell’inflazione.

Sul salario minimo invece quali tempi vi aspettate dal ministro Orlando per il recepimento della direttiva europea?
Anche qui speriamo il prima possibile. Applicare a tutti i lavoratori i minimi contrattuali dei contratti nazionali è la strada giusta.

Negli ultimi mesi la Cisl di Sbarra si è allontanata da voi e dalla Cgil. Paradossalmente la crisi sociale che già si vede potrebbe riavvicinarla.
Noi al governo abbiamo sempre presentato proposte unitarie Cgil-Cisl-Uil su fisco, pensioni e lotta alla precarietà. Il pluralismo sindacale è una grande ricchezza del nostro paese. Chi vuole il sindacato unico, vuole un sindacato debole.

Nel settore aereo però la Fit Cisl continua a non scioperare mentre la Filt Cgil e la vostra Uilt – ancor di più – stanno portando avanti una grande battaglia per diritti e salari dei lavoratori delle compagnie low cost a partire da Ryanair, comune a mezza Europa.
Gli scioperi hanno successo perché nel settore aereo c’è una situazione esplosiva. Durante la pandemia si è ridotto il personale e ora la pressione su piloti e assistenti di volo è fortissima, senza nuove assunzioni.

Negli ultimi giorni però è arrivata una svolta: i passeggeri dei voli Ryanair cancellati si sono rivolti a voi per certificare che siano stati gli scioperi a tenere gli aerei a terra, così da – regolamento Ue alla mano – poter accedere ai risarcimenti, negati dalla compagnia irlandese.
Nonostante i disagi, molti passeggeri hanno avuto una presa di coscienza sulle condizioni dei lavoratori e del modello low cost che non funziona più. È un ottimo segnale.

L’estate continua a mietere morti sul lavoro. Come prosegue la vostra campagna «Zero morti sul lavoro»?
Molto bene, tanto che la Confederazione europea dei sindacati (Ces) l’ha fatta propria. Portiamo avanti due proposte innovative: la pubblica amministrazione non faccia partecipare agli appalti le aziende che non hanno rispettato le norme sulla sicurezza; le associazioni datoriali abbiano il coraggio di espellerle dai loro organismi.