Blitz a Torino: una «stanza» pro-life prima dell’aborto
Salute La Regione Piemonte annuncia la convenzione col Movimento per la vita al Sant’Anna. Ma il responsabile del reparto Ivg, Viale: «Non ci sarà uno spazio così nel nostro ospedale»
Salute La Regione Piemonte annuncia la convenzione col Movimento per la vita al Sant’Anna. Ma il responsabile del reparto Ivg, Viale: «Non ci sarà uno spazio così nel nostro ospedale»
L’attacco alla legge 194 in Piemonte va avanti da tempo. Ora, l’annuncio – rilanciato dall’assessore regionale alle Politiche sociali, il meloniano Maurizio Marrone (l’argomento è un suo pallino) – di una «stanza dell’ascolto» all’Ospedale Sant’Anna in convenzione con il Movimento per la vita, rivolta alle donne che pensano all’aborto.
UN BLITZ ESTIVO che segna una svolta. L’Ospedale Sant’Anna non è un presidio qualunque: è il primo in Italia per numero di parti con 6.590 nuovi nati nel 2022, nonché l’ospedale piemontese in cui si effettua il maggior numero di interruzioni volontarie di gravidanza, con circa 2.500 casi nel 2021; è stato, inoltre, il primo ospedale in Italia a introdurre l’aborto farmacologico ed è sempre stato considerato un’eccellenza sanitaria. La convenzione tra la Città della Salute, l’azienda ospedaliera di cui fa parte il presidio, e la Federazione regionale del Movimento per la vita non poteva non sollevare polemiche: parla di «ritorno al medioevo» la Cgil, che critica la decisione della struttura e ne chiede la revoca immediata, e di «destra golpista» Silvio Viale, medico al Sant’Anna, consigliere comunale di + Europa-Radicali, da anni impegnato a favore della pillola Ru-486 (di cui la giunta Cirio, di nuovo su spinta di Marrone, ha bloccato la distribuzione nei consultori).
La finalità della nuova iniziativa è quella di «fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell’ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell’interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti». L’esponente di Fd’I Marrone, che nel 2021 ha spalancato le porte dei consultori pubblici alle associazioni pro-life, sottolinea: «Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo davanti a una drammatica sconfitta delle istituzioni».
LA DECISIONE è totalmente politica, in Piemonte si sono trovati con facilità finanziamenti per i privati – un milione di euro per il fondo antiabortista «Vita nascente» – ma non per l’assistenza pubblica. Lo nota la Rete per l’autodeterminazione «Più 194 voci»: «L’inaugurazione di questo spazio avviene a poche settimane dalla chiusura del Centro Nascita del Sant’Anna, a causa, e questa è la scusa formale, della mancanza di spazi. Il Centro Nascita rappresenta per noi un’esperienza sperimentale di demedicalizzazione del parto imprescindibile, da sostenere e ampliare. È inconcepibile che vengano usati soldi e infrastrutture pubbliche per finanziare la propaganda ideologica di queste associazioni e non si trovino invece i fondi per supportare, con strutture e personale, un percorso per rendere la gravidanza e il parto un’esperienza più vicina alle esigenze di chi li vive».
CONTRO L’INIZIATIVA, il centro-sinistra e il M5s. Il Pd attacca, la senatrice Cecilia D’Elia la chiama «stanza della colpevolizzazione e della dissuasione», per la capogruppo dem in consiglio comunale, Nadia Conticelli, si tratta «dell’ennesima umiliazione nei confronti delle donne, una forma di violenza psicologica istituzionalizzata». L’ex sindaca e ora deputata M5S Chiara Appendino parla di «delirio oscurantista contro le donne, la loro dignità e la loro libertà».
Duro il commento dell’assessore comunale al Welfare, Jacopo Rosatelli, che definisce la convenzione una provocazione: «In un periodo di crisi della sanità pubblica, la principale azienda sanitaria ospedaliera della nostra città si mette al servizio di una battaglia ideologica di sapore oscurantista, facendosi strumento dell’estrema destra politica e della sua legge “Vita nascente”. Sono solo le avvisaglie di quello che potrebbe accadere se Marrone diventasse assessore alla sanità. Come Città ci riserviamo ogni azione per contrastare usi impropri del nostro sistema sanitario pubblico». Per Marco Grimaldi, vicecapogruppo alla Camera dell’Alleanza Verdi-Sinistra, «siamo all’assurdo, come se allestissimo stanzette per i no vax in ogni centro vaccinale».
Il radicale Silvio Viale, che è anche il responsabile del reparto interruzioni volontarie di gravidanza, conclude: «L’iniziativa dell’assessore Marrone rientra nella migliore tradizione dei blitz d’estate, con i golpe durante le ferie. Non ci sarà nessuna stanza del Movimento per la vita lungo il percorso della 194 all’ospedale Sant’Anna – assicura Viale – Se la direzione sanitaria vuole dare una sede al Movimento per la vita questa sarà il più lontano possibile dai reparti».
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