«Biotestamento subito». L’appello dei sindaci
Fine vita Ventisette primi cittadini aderiscono alla mobilitazione dell'Associazione radicale Luca Coscioni
Fine vita Ventisette primi cittadini aderiscono alla mobilitazione dell'Associazione radicale Luca Coscioni
«Noi sindaci sottoscritti, per scongiurare un nuovo passaggio alla Camera che ne impedirebbe nei fatti l’approvazione definitiva, chiediamo che il Ddl sul “Consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento” sia trasmesso in Aula per il voto senza ulteriori modificazioni, al fine di non lasciare senza risposta le attese e le speranze di tanti cittadini».
Sono 27 sindaci di grandi e piccole città italiane a mobilitarsi, questa volta, in favore della legge sul biotestamento che da cinque mesi non riesce a schiodarsi dal Senato a causa dell’ostruzionismo (con 3 mila emendamenti presentati in commissione) di Lega, Fi e Ap. Tra i primi a firmare l’appello promosso dall’associazione radicale Luca Coscioni (che si batte anche per la legalizzazione dell’eutanasia), ci sono la prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, quello di Milano, Giuseppe Sala e gli omologhi Luigi De Magistris (Napoli), Chiara Appendino (Torino), Luca Orlando (Palermo), Federico Pizzarotti (Parma), Filippo Nogarin (Livorno).
Pochi giorni fa erano stati i senatori a vita Elena Cattaneo, Mario Monti, Renzo Piano e Carlo Rubbia a scendere in campo per portare a compimento l’iter della blanda legge che riconosce appena il diritto a rifiutare le terapie, compresa nutrizione e idratazione artificiali, ma che lascia al medico l’ultima parola di disattendere le Dat qualora le ritenesse «manifestatamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente».
La presidente della Sanità del Senato Emilia De Biasi per l’ottava volta ha annunciato le proprie dimissioni finalizzate a superare il passaggio in commissione e far approdare il ddl direttamente in Aula. Giovedì prossimo, ha assicurato, sarà la volta giusta.
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