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«Bignami ci minaccia, ma il governo aveva già dimenticato gli alluvionati»

«Bignami ci minaccia, ma il governo aveva già dimenticato gli alluvionati»Michele De Pascale, sindaco di Ravenna

Il sindaco di Ravenna Un anno dopo gli indennizzi sono pochissimi: «Manca empatia con i territori»

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 8 giugno 2024

Michele De Pascale (Pd) è sindaco di Ravenna dal 2016. La sua città e l’area circostante sono state tra le più danneggiate dall’alluvione del maggio 2023, che costò nel complesso diciassette morti e dieci miliardi di danni. Quando ha iniziato a circolare sui social l’intervento del viceministro Galeazzo Bignami (FdI), De Pascale è saltato sulla sedia. «Sono pronti 6000 euro forfettari per chiunque li voglia, deve essere varata la norma – ha detto Bignami in un comizio a Castel Bolognese riferendosi agli attesi ristori per gli alluvionati – ma se ci sono persone dirette o eterodirette dal Pd che vogliono continuare a fare di tutto ciò un’arma di lotta politica, siamo pronti anche a non darli».

«Questo è un gravissimo utilizzo politico delle istituzioni» ha subito commentato la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. «Bignami anziché scusarsi con le persone colpite dall’alluvione perché dopo un anno stanno ancora aspettando i ristori promessi al 100%, ha detto loro che li riceveranno solo se non criticano e solo se non simpatizzano con il Pd». Stesso tono per Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna. «C’è un’idea diversa di cosa rappresenti un partito e un’istituzione – ha detto – come commissario per il terremoto, non mi sono mai permesso di trattare un sindaco in maniera differente a seconda del colore politico di chi lo aveva eletto». Risposte infuocate. E in provincia di Ravenna – uno degli epicentri dell’alluvione – le parole di Bignami sono state accolte con particolare sdegno.

Sindaco De Pascale, ha vissuto le parole di Bignami come una minaccia?
Assolutamente. Girava già da giorni la voce che esponenti di FdI in privato minacciassero di togliere i pochi fondi stanziati se comitati e istituzioni avessero continuato a lamentarsi, ma io stentavo a crederci. Poi mi imbatto in questo video – di campagna elettorale, mica rubato – dove si dice quello che sappiamo: se non si smette di parlare, verranno tagliati anche i rimborsi che si aveva in mente di dare. Per me non ha precedenti nella storia repubblicana. Io sono un sindaco: se un cittadino si lamenta del troppo traffico sulla sua strada lo ascolto, mica aumento il flusso di macchine per punizione.

Com’è la situazione indennizzi?
Ad oggi sono state indennizzate – solo parzialmente, a differenza di quanto era stato promesso – 120 famiglie su 23mila. Ed è rimasta del tutto esclusa la spesa per il mobilio. I dati sono regionali, ma la percentuale di danno su Ravenna è enorme.

I 6000 euro cui si riferiva Bignami risolveranno il problema?
Il governo ha annunciato la scorsa settimana che sarebbe arrivato l’indennizzo dei mobili, ma per massimo 5000 euro. Abbiamo criticato l’importo, e ci hanno risposto aggiungendo 1000 euro, per ora comunque solo promessi. Lo chiedo a Bignami: lui ha arredato casa propria con questa cifra? Ora ci dicono sostanzialmente che o ci va bene o tolgono tutto. Le famiglie per disperazione rischiano di non ribellarsi, di cedere alla paura. Per questo devono farlo le istituzioni.

Ad un anno dal disastro, come giudicate il governo rispetto al tema alluvione?
Distante, fazioso, incapace. Distante perché non c’è mai stato modo di confrontarsi e, francamente, nemmeno empatia coi territori. Fazioso perché dal primo minuto siamo stati dentro la speculazione politica – con una commistione tra istituzione e partito che ricorda brutti periodi della nostra storia. Incapace perché pure quello che si è tentato di fare non ha funzionato. L’intento di raccogliere consenso era evidente, ma alla lunga se non fai le cose la gente non ti apprezza.

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