Non è stato propriamente un fulmine a ciel sereno, l’annuncio della candidatura di Joe Biden per un secondo mandato era nell’aria da mesi, ma l’ufficialità è arrivata ieri, con il video diffuso tramite il suo account Twitter durante la mattina di Washington.

Il video si apre con una sola parola – freedom – mentre scorre un tappeto di immagini che rappresentano due momenti cruciali per la democrazia Usa: l’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021 e le proteste presso la Corte Suprema a difesa del diritto di aborto.
«Quando ho corso per la presidenza, quattro anni fa, ho affermato che la nostra era una battaglia per l’anima dell’America. Lo è ancora – dice Biden – La domanda che ci troviamo ad affrontare è se nei prossimi anni avremo più libertà o meno libertà. Più diritti o meno diritti. Non è il momento di essere compiacenti. Per questo mi candido alla rielezione».
La parola che compare più spesso è proprio freedom: il messaggio di Biden è di continuità, incentrato sulla politica interna, senza alcun accenno alla guerra in Ucraina o ai rapporti con la Cina. Il pericolo è tutto interno, ed è rappresentato da un partito repubblicano che vuole togliere ciò a cui gli americani tengono più di ogni altra cosa, la loro libertà, ed è indirizzato in special modo alle donne e alla comunità afroamericana, con tutti i riferimenti al diritto di aborto e di voto che sono sotto attacco.
La corsa del 2024, quindi, potrebbe essere una replica di ciò che si è visto nel 2020, Trump contro Biden, e in molti si chiedono se i due candidati riusciranno a sostenere fisicamente lo sforzo che richiede una campagna elettorale.
76 anni Trump, 80 Biden, i due non si confrontano con una vera campagna elettorale rispettivamente dal 2016 e dal 2012, quando Obama correva per la rielezione e Biden era il suo vice.
La campagna del 2020 così come le convention, a causa del Covid, sono state fatte a distanza, senza comizi, tour massacranti e voli da una parte all’altra del Paese. Questa invece, a meno di colpi di scena, sarà una campagna vecchio stampo, inizialmente più impegnativa per Trump che per Biden, visto che dovrà affrontare anche le primarie del proprio partito,   ma si tratta di pochi mesi, il resto del tempo fra dibattiti e comizi sarà un tour de force.
La campagna mediatica, invece, è già cominciata. Poco dopo la diffusione del video di Biden, il Comitato nazionale repubblicano, Rnc, ha risposto diffondendo un proprio video per offrire un messaggio piuttosto prevedibile: altri quattro anni di Biden sarebbero un male per il paese.
Ma la produzione di questo video è tutt’altro che vecchia scuola. Lo spot di 30 secondi, che mostra un futuro distopico durante un secondo mandato di Biden, è stato costruito interamente con immagini create dall’intelligenza artificiale.
Il video si apre con la voce tesa di Biden che si rivolge ai «miei compagni americani» e pone la domanda: «E se il presidente più debole che abbiamo mai avuto fosse rieletto?».
Viene mostrata una Cina  che invade Taiwan, vetrine chiuse mentre la voice over spiega che 500 banche hanno chiuso, mandando i mercati finanziari in caduta libera. Si passa a una massa di migranti che attraversa un fiume mentre agli spettatori viene detto che il confine degli Stati uniti è stato invaso, e si vedono truppe militari alla periferia di San Francisco in quanto la città è stata chiusa a causa della criminalità e della circolazione fuori controllo di droghe pesanti. «Chi comanda qui? Sembra che il treno stia uscendo dai binari», dice una voce fuori campo mentre il video si chiude. In sovraimpressione appare un insolito disclaimer, nell’angolo in alto a sinistra: «Costruito interamente con immagini AI».
È probabile che spot elettorali di questo tipo diventino sempre più comuni con la proliferazione della tecnologia, e che domineranno questa campagna. Dal canto suo l’Rnc ha affermato di aver utilizzato l’approccio con l’intelligenza artificiale per «esaminare insieme il possibile futuro del paese se Joe Biden dovesse venire rieletto nel 2024».