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Biden: «Rifornimenti Usa per Iron Dome»

Biden: «Rifornimenti Usa per Iron Dome»

Stati uniti Il discorso del presidente: 14 gli americani morti in Israele, di 20 non si hanno notizie

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 11 ottobre 2023

Già prima del discorso di Joe Biden di ieri sera – il secondo sugli attacchi di Hamas in Israele da sabato -, la Cnn annunciava che il presidente Usa non avrebbe «esortato Israele a contenersi» nella reazione. Il media statunitense citava inoltre fonti confidenziali dell’amministrazione secondo le quali, nella chiamata intercorsa tra Biden e il premier israeliano lunedì, il presidente degli Stati uniti non si è opposto all’intento dichiarato da Netanyahu di «entrare a Gaza» con l’esercito.
«Un atto di pura crudeltà», così Biden ha definito le azioni di Hamas nel suo intervento – al suo fianco la vicepresidente Kamala Harris e il segretario di Stato Antony Blinken che nei prossimi giorni, ha detto il portavoce del dipartimento Matthew Miller, raggiungerà Israele. Il presidente ha anche aggiornato il numero degli statunitensi morti nell’attacco: sono 14, e alcuni americani – ha comunicato – sono fra gli ostaggi presi da Hamas. Sarebbero venti secondo Miller gli statunitensi in Israele di cui non si hanno notizie. La «sete di sangue» di questa organizzazione, ha aggiunto Biden, «ricorda le peggiori stragi dell’Isis». «Una violenza che tristemente per gli ebrei non è nuova». «Come ogni nazione al mondo Israele ha il diritto, e il dovere, di rispondere», ha dichiarato chiudendo effettivamente a ogni mediazione sulla sorte della Striscia di Gaza.

IN CHE MISURA a questa “risposta” parteciperà il governo degli Stati uniti? Biden, che dopo il breve discorso se ne è andato senza accettare domande dalla stampa, ha ribadito che «gli Usa stanno al fianco di Israele», aggiungendo: «Chiederemo al Congresso di agire urgentemente per finanziare la sicurezza nazionale dei nostri partner essenziali». Per la prima volta da sabato, il presidente annuncia un vero e proprio intervento a stelle e strisce: un «aumento» dell’assistenza militare a Israele, a partire da munizioni e armamenti per l’intercettazione dei razzi per rifornire Iron Dome. «Ci assicureremo che Israele non resti senza questi strumenti necessari per difendere le sue città e i suoi abitanti». Inoltre il dipartimento della Difesa ha «spostato la portaerei USS Gerald R. Ford Carrier Strike Group verso il Mediterraneo orientale e rinforzato la sua presenza aerea». Uno spostamento non destinato a Hamas, ha aggiunto più tardi il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, «ma per mandare un messaggio di deterrenza ad altri attori statali e non statali che possono cercare di ampliare questa guerra».
Intanto gli attacchi di Hamas sono stati anche al centro delle dichiarazioni della fronda liberal del partito democratico. La manifestazione filopalestinese di domenica a New York – dove si è sentito scandire lo slogan «la resistenza è giustificata quando un popolo è occupato» -, è stata condannata duramente dall’esponente di punta della “Squad”, la deputata newyorchese Alexandria Ocasio Cortez. «L’intolleranza e l’ottusità espresse a Times Square domenica sono inaccettabili e dannose in questo momento terribile. Non rappresentano inoltre le migliaia di newyorchesi in grado di rifiutare gli orrendi attacchi di Hamas contro civili innocenti quanto le gravi ingiustizie e violenze a cui i palestinesi sono sottoposti sotto l’occupazione».

IERI IL PRESIDENTE del Comitato per gli affari esteri della Camera Usa, il repubblicano Michael McCaul, ha presentato una mozione con il democratico Gregory W. Meeks che condanna Hamas e incolpa l’Iran di finanziare – «con oltre cento milioni di dollari l’anno» – gruppi terroristici, fra i quali lo stesso Hamas.
«Piango le vite palestinesi e israeliane perse ieri, oggi e ogni giorno – ha scritto su Instagram la deputata della Squad figlia di immigrati palestinesi, Rashida Tlaib – Sono determinata come sempre a battermi per un futuro giusto, in cui tutti possano vivere in pace, senza paura e veramente liberi, con uguali diritti e dignità umana. Il percorso verso il futuro deve includere la sollevazione dell’embargo, la fine dell’occupazione e lo smantellamento del sistema di apartheid».

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