Joe Biden ha voluto rassicurare gli americani: «Potete stare tranquilli: il sistema bancario americano è sicuro». Dopo il fallimento della Silicon Valley Bank (Svb) la 16esima banca di depositi più grande del Paese, seguito da quello di Silvergate e dalla newyorchese Signature Bank, un certo nervosismo aveva infatti iniziato a serpeggiare. Biden ha così spiegato i tre punti della strategia della sua amministrazione per affrontare questo problema.

I correntisti di Svb, così come quelli delle altre banche, continueranno ad avere accesso ai propri conti correnti. Gli investitori, invece, non saranno rimborsati. Il secondo punto riguarda i manager delle banche fallite in questi giorni, che saranno licenziati. Il terzo è un messaggio rivolto ai cittadini: «Nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti», ha promesso il Biden.

IL CASO SVB ha riacceso i riflettori sulla regolamentazione delle banche, e che genere di problema questo possa diventare Biden lo sa bene, visto che nel 2009 è entrato alla Casa bianca da vicepresidente poche mesi dopo il crollo di Lehman Brothers, e in piena crisi dei subprime che ha causato una recessione storica. Ai tempi Obama venne molto criticato per non avere agito in modo più incisivo nei confronti delle grandi banche, e nel suo discorso Biden ha annunciato che chiederà al Congresso e alle autorità competenti di rafforzare le regole per il settore bancario.

Il crac dell’istituto californiano ha generato un’ondata di panico sui mercati, e le autorità finanziarie statunitensi si sono immediatamente attivate per evitare che il crollo di Svb portasse con sé altri istituti di credito. Janet Yellen, segretaria del Tesoro, ha annunciato che tutti i risparmi di cittadini e aziende verranno risarciti anche oltre il limite federale fissato a 250.000 dollari. E alle parole di Biden hanno fatto eco quelle della governatrice di New York Kathy Hochul: «Le banche restano aperte nonostante il weekend tumultuoso».

PIÙ AGGRESSIVO Bernie Sanders: «Cerchiamo di essere chiari. Il fallimento della Silicon Valley Bank è il risultato diretto di un assurdo disegno di legge sulla deregolamentazione bancaria del 2018 firmato da Donald Trump a cui mi sono fortemente opposto. Cinque anni fa, il direttore repubblicano del Congressional Budget Office pubblicò un rapporto in cui affermava che questa legislazione avrebbe aumentato la probabilità che una grande società finanziaria con un patrimonio compreso tra i 100 e i 250 miliardi potesse fallire. Sfortunatamente, è proprio quello che è successo. Durante il dibattito sulla legge avevo detto: la nostra memoria è così breve che non abbiamo imparato nulla dal crollo di Wall Street del 2008? Non abbiamo imparato nulla fa tutto i disastri precedenti? Ora non è il momento per i contribuenti statunitensi di salvare la Svb. Se c’è un salvataggio deve essere finanziato al 100% da Wall Street e dalle grandi istituzioni finanziarie. Dobbiamo avere il coraggio di opporci a Wall Street, di abrogare la disastrosa legge sulla deregolamentazione bancaria del 2018, smantellare le banche too big to fail e affrontare i bisogni delle famiglie della classe lavoratrice, non le rischiose scommesse dei capitalisti avvoltoio».