La crisi climatica è una questione complessa che dispiega su molteplici sfere le sue origini e le sue conseguenze, le responsabilità e le possibili soluzioni. Se c’è un attore che gioca un ruolo determinante su tutti questi piani è l’industria petrolifera e andare a vedere i molteplici modi in cui questo settore ha contribuito ai cambiamenti climatici e continua ad ostacolare la necessaria fuoriuscita dal fossile non ha solo una funzione di denuncia ma anche quella metterci nell’ordine di idee che è necessario ma anche possibile liberarsi dello strapotere del petrolio e di chi lo gestisce.

«BENZINA SUL FUOCO» È UNA SERIE di podcast in 5 puntate prodotti da Piano B e disponibile gratuitamente su varie piattaforme, in cui Marco Grasso, professore di Geografia Economica e politica all’Università di Milano- Bicocca, assieme alla giornalista Sabina Zambon, ci fornisce tutto il materiale necessario per comprendere in che modo e fino a che punto l’industria petrolifera sia il motore dell’emergenza climatica in cui siamo immersi.

ANALISI, DATI, MEMORIE, PEZZI di inchiesta, aneddoti rendono ricco e rigoroso un racconto che scorre fluido tra la narrazione degli autori e le voci di giornalisti, ricercatori, attivisti chiamati a portare la loro testimonianza e le loro conoscenze. Un vero e proprio viaggio nella storia e nei luoghi, che comincia con il farci capire come il nostro mondo, la nostra società, nei 150 anni dalla scoperta del petrolio, si sia resa completamente dipendente dalle fonti fossili.

IL PETROLIO SI TROVA OVUNQUE, nei vestiti, nelle medicine, nel cibo, nei computer, nei mobili… una pervasività che ha portato alla naturalizzazione del suo bisogno: senza petrolio o con meno petrolio, la società non può progredire, e questo rende comunemente diffuso nella mentalità generale l’idea che il costo della fuoriuscita dal fossile sia insostenibile. Ma i calcoli fatti dagli esperti ci dicono che non è così. La verità sui cambiamenti climatici è sempre sotto la minaccia di bugie e mistificazioni: il secondo episodio di Benzina sul fuoco entra nel dettaglio di quelle che l’industria del fossile ha raccontato per anni per confutare il legame fra le loro attività e i cambiamenti climatici.

SIN DAGLI ANNI 50, SI SCOPRE DURANTE l’ascolto, i comitati scientifici delle aziende avevano a disposizione i dati che mostravano la correlazione dei combustibili fossili con il livelli di anidride carbonica e l’innalzamento della temperatura media globale. Sapevano, hanno diffuso disinformazione e non hanno cambiato le loro modalità di produrre, per non perdere nemmeno una goccia di profitto. Citando un articolo pubblicato da un noto quotidiano italiano nel 2018 che negava l’origine antropica dei cambiamenti climatici, il terzo episodio entra nei dettagli di come l’industria petrolifera abbia alimentato il negazionismo climatico, avvalendosi di mezzi di informazione compiacenti, oltre che di esperti corrotti. Una macchina da guerra raffinata e ben oliata quella del negazionismo, che nonostante l’ormai praticamente unanime consenso della comunità scientifica sull’origine della crisi climatica, dopo aver ritardato l’azione per il clima, ancora semina dubbi e ostacoli.

«SCENDIAMO IN PIAZZA PER IL CLIMA» è il titolo della quarta puntata del podcast, dedicata a quelle realtà che sono attive sui cambiamenti climatici; un fronte dove spiccano i giovani di Fridays For Future, ma anche altri movimenti, associazioni, comitati, accomunati dalla richiesta ai governanti di un’azione rapida e concreta, mentre contemporaneamente agiscono ciascuno sul proprio terreno: chi contestando i gasdotti, chi denunciando i sussidi ai fossili, chi contestando gli allevamenti intensivi.

ANCHE IL PIANO LEGALE RAPPRESENTA un campo di battaglia: è su questo aspetto che si concentra l’ultimo dei 5 episodi, a partire dal concetto di responsabilità non solo causale ma anche morale dell’industria petrolifera, che sapeva, non ha fatto nulla ed ha negato. Per questo deve pagare, ed il risarcimento oltre ad un importante valore economico per le vittime del cambiamento climatico, ha anche un valore simbolico, in quanto comincia a creare crepe nel granitico potere delle imprese del fossili.

LE CAUSE INTENTATE DALLA SOCIETA’ civile nei confronti di colossi come Shell e Exxon hanno aumentato la consapevolezza del problema, almeno da parte di realtà più attente all’etica come le chiese e le banche dello sviluppo. Benzina sul fuoco non serve solo a prendersela con i colossi petroliferi, ma a convincerci che dobbiamo sottrargli una parte del potere che hanno esercitato fino ad adesso.