«Devi sapere che ognuno viene da una storia, un luogo diverso, con un background sociale, culturale a sé. Dobbiamo avere rispetto, comprendere tutti i particolari che abitano dentro ognuno. Bisogna entrare in empatia, avere una chiave per queste differenze. Dopo anni di esperienza, l’unica cosa che posso dire è che il nostro potere è la differenza». Béla Tarr parla piano. Ha una voce bassa, antica. Due lunghe sopracciglia bianche incorniciano gli occhi magnetici, colore del mare. Siamo seduti all’ombra nell’orto dell’Asilo Filangieri di Napoli, bene comune occupato nel 2012 da un collettivo di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo che ha...