Bari, Firenze e Cagliari: l’altra sfida tra le due leader
Elezioni comunali Oggi e domani 27 capoluoghi al voto, oltre 17 milioni di elettori. Tra Pd e 5S alleanze variabili
Elezioni comunali Oggi e domani 27 capoluoghi al voto, oltre 17 milioni di elettori. Tra Pd e 5S alleanze variabili
Si parte con un pareggio nel 2019, 12 a 12 tra centrodestra e centrosinistra, nei 27 capoluoghi al voto oggi e domani, punta dell’iceberg di un voto che tocca oltre 3700 Comuni (17 milioni gli elettori coinvolti). Per poter uscire indenne dalla partita, il Pd di Schlein, perno di un campo che si è allargato a macchia di leopardo, deve tenere la guida di Bari e Firenze, le città in cui la coalizione sta messa peggio: divisa in due nella città pugliese, ancor più frammentata in quella toscana. E poi deve espugnare Cagliari, dove alle regionali di febbraio la destra è andata male, e magari anche Perugia e Pescara, capoluoghi che vengono da anni di giunte di destra ma contendibili. E ancora: in Emilia-Romagna la sfida è conservare Modena e Reggio Emilia e riprendere Ferrara e Forlì.
Per Meloni la sfida si gioca negli stessi territori, al rovescio: espugnare anche una sola tra Bari, Firenze e Bergamo (dove ha governato per 10 anni il dem Giorgio Gori) sarebbe un colpaccio. Così come tenere la guida del capoluogo sardo. Pescara è terreno di un bis delle regionali di marzo: allora il centrosinistra prevalse di un soffio, ma il vento di destra in regione ha tirato forte. Così come è assai probabile una vittoria delle destre ad Ascoli e Potenza. La partita delle comunali è stata oscurata dalle europee, ma sui territori pesa forse di più.
Come a Bari, dove in palio c’è la successione ad Antonio Decaro, in partenza per Strasburgo. Le inchieste e gli arresti di aprile hanno fatto saltare le primarie previste tra il candidato Pd Vito Leccese e quello di 5s e sinistra Michele Laforgia: la sfida tra i due ora è nelle urne vere, con il leghista Fabio Romito che cerca l’impresa arrivando al ballottaggio, ipotesi che fino a tre mesi fa non era contemplata. I due progressisti hanno giurato di unirsi al secondo turno, ma negli ultimi giorni il tono della polemica si è molto alzato.
Anche a Firenze coalizione spaccata: il Pd corre con l’assessora Sara Funaro, i 5s hanno un loro candidato, Lorenzo Masi, un’altra ex dem, Cecilia Del Re, corre da sola, Renzi schiera Stefania Saccardi. Le destre hanno scelto l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt, che ha deciso di non avere al suo fianco i leader dei partiti. Al ballottaggio il soccorso di Renzi a Funaro è tutt’altro che scontato. Tra lui e il suo successore Nardella i rapporti sono a zero.
A Cagliari il campo giallorosso che ha vinto le regionali (senza centristi) schiera l’ex sindaco Massimo Zedda, che affronta la forzista Alessandra Zedda con buone chance di vittoria. Giallorossi uniti anche a Perugia a fianco di Vittoria Ferdinandi, e a Lecce, a sostegno del sindaco uscente Carlo Salvemini (che viene sfidato dall’ex prima cittadina Poli Bortone) mentre sono divisi a Bergamo e Livorno. Nel capoluogo lombardo il Pd si affida all’ex parlamentare Elena Carnevali, mentre il centrodestra schiera Andrea Pezzotta, e i 5s Vittorio Apicella. A Pescara i progressisti affidano a Carlo Costantini (ex Azione) il compito di sfrattare il sindaco di Fi Carlo Masci.
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