Barghouti ad Abu Mazen: «Respingi il piano di Trump»
Usa/Israele/Palestina Il "Mandela palestinese" nell'anniversario della sua detenzione da parte di Israele esorta il presidente dell'Anp a non cedere alle pressioni americane e invita alla resistenza.
Usa/Israele/Palestina Il "Mandela palestinese" nell'anniversario della sua detenzione da parte di Israele esorta il presidente dell'Anp a non cedere alle pressioni americane e invita alla resistenza.
Con un messaggio fatto arrivare alla stampa nel 16esimo arriversario della sua detenzione, Marwan Barghouti ha lanciato un appello al presidente dell’Anp Abu Mazen affinché respinga l'”Accordo del secolo”, il piano per israeliani e palestinesi al quale lavora l’Amministrazione Trump. «Dobbiamo renderci conto» ha scritto l’ex segretario del partito Fatah, detenuto in Israele dove sconta il carcere a vita, «che fra uno o cinque anni Donald Trump non ci sarà più mentre Gerusalemme, la Palestina ed il suo popolo rimarranno e porteranno avanti la resistenza e la lotta contro il colonialismo sionista». I palestinesi, ha aggiunto, hanno diritto di «resistere in tutti i modi», anche in forma armata ha lasciato capire Barghouti limitando però il raggio d’azione della resistenza ai Territori palestinesi occupati. Quindi ha esortato Abu Mazen a creare le condizioni favorevoli per la riconciliazione con Hamas e ha espresso sostegno alle manifestazioni di massa organizzate nelle ultime settimane a ridosso della linea di demarcazione fra Gaza ed Israele. Barghuti, noto a molti come il “Mandela palestinese”, è molto popolare e nei sondaggi resta uno dei maggiori esponenti politici, posizionato più in alto rispetto ad Abu Mazen e al leader di Hamas Ismail Haniyeh.
Lo scontro tra Fatah e Hamas però va avanti, nonostante l’appello alla riconciliazione di Barghouti. La polizia di Hamas ieri è stata schierata davanti alle banche per le crescenti proteste dei circa 30mila dipendenti dell’Anp che non hanno ancora ricevuto lo stipendio. Da Ramallah parlano di un “problema tecnico” alla base del ritardo ma molti sono convinti che si tratti di una decisione di Abu Mazen che vuole recuperare Gaza oggi sotto il controllo di Hamas.
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