Internazionale

Barghouti ad Abu Mazen: «Respingi il piano di Trump»

Barghouti ad Abu Mazen: «Respingi il piano di Trump»Un murales sulla barriera israeliana con l'immagine di Marwan Barghouti – Reuters

Usa/Israele/Palestina Il "Mandela palestinese" nell'anniversario della sua detenzione da parte di Israele esorta il presidente dell'Anp a non cedere alle pressioni americane e invita alla resistenza.

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 17 aprile 2018

Con un messaggio fatto arrivare alla stampa nel 16esimo arriversario della sua ‎detenzione, Marwan Barghouti ha lanciato un appello al presidente dell’Anp Abu ‎Mazen affinché respinga l'”Accordo del secolo”, il piano per israeliani e ‎palestinesi al quale lavora l’Amministrazione Trump. ‎«Dobbiamo renderci conto» ‎ha scritto‎ l’ex segretario del partito Fatah, detenuto in Israele dove sconta il carcere ‎a vita, ‎‎«che fra uno o cinque anni Donald Trump non ci sarà più mentre ‎Gerusalemme, la Palestina ed il suo popolo rimarranno e porteranno avanti la ‎resistenza e la lotta contro il colonialismo sionista‎‎». I palestinesi, ha aggiunto, ‎hanno diritto di ‎«resistere in tutti i modi», anche in forma armata ha lasciato capire ‎Barghouti limitando però il raggio d’azione della resistenza ai Territori palestinesi ‎occupati. Quindi ha esortato Abu Mazen a creare le condizioni favorevoli per la ‎riconciliazione con Hamas e ha espresso sostegno alle manifestazioni di massa ‎organizzate nelle ultime settimane a ridosso della linea di demarcazione fra Gaza ‎ed Israele. Barghuti, noto a molti come il “Mandela palestinese”, è molto popolare ‎e nei sondaggi resta uno dei maggiori esponenti politici, posizionato più in alto ‎rispetto ad Abu Mazen e al leader di Hamas Ismail Haniyeh.‎

‎ Lo scontro tra Fatah e Hamas però va avanti, nonostante l’appello alla ‎riconciliazione di Barghouti. La polizia di Hamas ieri è stata schierata davanti alle ‎banche per le crescenti proteste dei circa 30mila dipendenti dell’Anp che non ‎hanno ancora ricevuto lo stipendio. Da Ramallah parlano di un “problema ‎tecnico” alla base del ritardo ma molti sono convinti che si tratti di una decisione ‎di Abu Mazen che vuole recuperare Gaza oggi sotto il controllo di Hamas.‎

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