Lavoro

Autonomia differenziata, lettera aperta a Maurizio Landini

Autonomia differenziata, lettera aperta a Maurizio Landini

Commenti Che cosa aspetta la Cgil per mobilitarsi seriamente? Quale altra minaccia deve avanzare contro gli interessi dei lavoratori e del Paese?

Pubblicato più di un anno faEdizione del 19 aprile 2023

Ci sono momenti nella storia di un Paese in cui si decidono le sorti del suo popolo per i decenni a venire.

È questo il momento dell’Italia: l’autonomia differenziata rappresenta una cesura storica, una definitiva spaccatura del nostro paese con il rischio di innescare una lotta tra lavoratori del Sud contro quelli del Nord. Col passaggio alle Regioni di tante competenze statali rinasceranno i piccoli statarelli territoriali, come nei secoli del nostro asservimento, ed al governo nazionale resterà il controllo delle forze dell’ordine che servirà solo per reprimere il malcontento generato da questa Controriforma.

Mentre in Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna si svolgono lotte imponenti, il sindacato italiano è pressoché immobile. In particolare, la Cgil, la più grande e gloriosa organizzazione dei lavoratori italiani, che non può a questo punto limitarsi alle dichiarazioni di Landini e alla programmazione di qualche eventuale sciopero a scala regionale.

Non si tratta solo di difendere il diritto ai servizi essenziali – istruzione, sanità, servizi sociali – per le popolazioni del Mezzogiorno, si tratta di evitare che venga definitivamente frantumata l’unità dell’Italia e quindi dei lavoratori. Appare evidente che con l’autonomia differenziata non avrebbero più senso i contratti nazionali, perché la divaricazione nei rapporti di lavoro, nei salari e stipendi, sarebbe tale che ogni regione avrebbe di fatto una sua contrattazione.

Il processo di divaricazione sarà progressivo e quasi invisibile. Nelle regioni più ricche stipendi e salari saranno agganciati all’inflazione , mentre nel Mezzogiorno le Regioni non avranno le risorse per farlo, né per assumere altre forze di lavoro. Riprenderà alla grande l’emigrazione Sud-Nord , e, salvo costruire una nuova linea gotica, si arriverà allo scontro tra operai impoveriti.

Che cosa aspetta la Cgil per mobilitarsi seriamente? Quale altra minaccia deve avanzare contro gli interessi dei lavoratori e del Paese? Chiediamo a Maurizio Landini di dirci che cosa intende fare come segretario del più importante sindacato italiano.

* * * Firmatari:
Tonino Perna, Piero Bevilacqua, Enzo Scandurra, Domenico De Masi, Laura Marchetti, Luigi Ferrajoli, Massimo Villone, Rossano Pazzagli, Luigi De Magistris, Pino Ippolito Armino, Battista Sangineto, Piero Caprari, Renza Bertuzzi, Franco Blandi, Alberto Ziparo, Paolo Favilli, Giuseppe Aragno, Alfonso Gianni, Giuseppe Saponaro, Franco Santopolo, Franco Toscani, Lucinia Speciale, Maria Pia Germani, Mario Fiorentini, Roberto Budini Gattai, Loris Caruso, Antonio Zucaro, Alessandra De Rossi, Pier Giorgio Ardeni, Michele Conia, Ciro Amante, Franco Trane, Alfio Mastropaolo, Maria Adele Teti, Gaia Pallottino, Silvana Iannelli, Gaetano Lamanna, Roberto Sognamillo, Marta Petrusewicz, Andrea Battinelli, Amalia Collisani, Domenico Rizzuti, Angelo Broccolo.

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