Attacco al sindacato di base: sei arresti a Piacenza. Usb: sciopero generale nella logistica
Diritti e Repressione Blitz all'alba della famigerata procura di Piacenza: ancora una volta contro Aldo Milani e la modalità dei picchetti. La paradossale motivazione: volevano di più del contratto nazionale
Diritti e Repressione Blitz all'alba della famigerata procura di Piacenza: ancora una volta contro Aldo Milani e la modalità dei picchetti. La paradossale motivazione: volevano di più del contratto nazionale
Tornano i blitz all’alba contro il sindacalismo di base, in prima linea nella lotta contro i giganti della logistica e le false cooperative che sfruttano i lavoratori. Ad effettuarli ancora una volta la procura di Piacenza, la stessa che aveva chiesto solo 8 mesi di pena per l’autista che aveva investito e ucciso Abd El Salam, attivista sindacale durante un picchetto nel 2016, portando poi all’increbibile assoluzione.
E così dopo il lungo processo che lo ha visto assolto nella vicina Modena nel 2019, questa mattina è stato nuovamente arrestato con le stesse accuse Aldo Milani, storico leader del Si Cobas. Assieme a lui altre tre dirigenti piacentinii Mohamed Arafat, Carlo Pallavacini e Bruno Scagnelli, figure storiche nella lotta dei picchetti che ha portato tanti miglioramenti nelle condizioni dei lavoratori della logistica nell’area più importante del paese: Piacenza è infatti l’hub principale da Amazon a Ikea, da Fed-Ex a Tnt.
Assieme a loro ai domiciliare anche due esponenti dell’Usb e altri due con altre misure cautelari: divieto di dimora e obbligo di firma.
Le accuse sono gravissime ma non nuove: associazione a delinquere, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio.
L’ordinanza della procura è di ben 350 pagine e scaturirebbe dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza fra il 2014 e il 2021. “Secondo la procura – riferisce il sindacato – tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti ‘estorsivi’, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale”. Un’accusa paradossale: il sindacato deve lottare per condizioni migliori e i sindacati di base (Usb, Si Cobas, Adl Cobas) non hanno sottoscritto quel contratto nazionale contestandolo apertamente nei contenuti.
Il Si Cobas denuncia come gli arresti siano il frutto avvelenato di una recentissima modifica legislativa – passata sotto silenzio- arrivata sotto la pressione dei big della logistica: “È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici”.
L’Usb denuncia come si stia tentando di “costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee”. E per questo proclama “sciopero generale della logistica a partire dalle ore 20 di oggi 19 luglio alle ore 20 di domani 20 luglio, lancia un appello a tutte le proprie federazioni perché attivino presidi di protesta in ogni città e sta valutando con i propri legali la controffensiva giudiziaria per smontare questo vero e proprio teorema antisindacale e le ulteriori iniziative di lotta”.
Beffardamente gki arresti arrivano a 24 ore dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha ha revocato il foglio di via emesso proprio dalla Questura di Piacenza il 14 ottobre 2021 contro un responsabile del Si Cobas a cui era stato notificato dopo uno sciopero al magazzino Amazon di Castel San Giovanni.
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