«Arroganti e armati, finora non si erano mai spinti nella nostra sede»
Bardonecchia, il centro per migranti – Andrea Gabellone
Italia

«Arroganti e armati, finora non si erano mai spinti nella nostra sede»

Nel centro di accoglienza L'irruzione della gendarmerie davanti a medici e mediatori, che testimoniano: «Sono stati 15 minuti di paura. I poliziotti hanno occupato la nostra stanza e messo all’angolo il ragazzo, lo trattavano come fosse un criminale, volevano il prelievo delle sue urine. Lo hanno fatto, poi lo hanno abbandonato qui». Protesta il sindaco Francesco Avato: «Non avevano alcun diritto di introdursi lì. Quella è una stanza gestita con il Comune. È uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si spiegano i rischi del viaggio e si cerca di convincerli a rimanere in Italia»
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 1 aprile 2018
Moussa Khalil Issa vive da quasi 14 anni in Italia, origini sudanesi, è un mediatore culturale. Scuote la testa, non si era mai trovato di fronte a una scena come quella di venerdì. Lavora per Recosol, la rete di comuni solidali, che a Bardonecchia – l’amministrazione è una degli aderenti – gestisce insieme a Rainbow4Africa il piccolo centro accoglienza per i migranti che vengono quotidianamente respinti dalla Francia. Racconta: «Erano cinque doganieri armati. Sono entrati nella sede della nostra associazione con modi arroganti e minacciosi, strattonavano un ragazzo. Abbiamo chiesto spiegazioni, dicendo che non potevano entrare qui, uno di loro...
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