Ancora un arresto a ridosso delle elezioni. Era successo a giugno, per le comunali, con due candidati a Palermo del centrodestra (Fi e FdI) accusati di voto di scambio politico-mafioso. È accaduto ieri, a 36 ore dall’election-day. In manette un’esponente del partito di Giorgia Meloni, Barbara Mirabella, candidata alle regionali in Sicilia. L’accusa nei suoi confronti è pesante: corruzione. Si tratta di un elemento di punta di FdI a Catania; è stata assessora alle pari opportunità e alla cultura nella giunta di Salvo Pogliese, coordinatore del partito per la Sicilia orientale e candidato alle politiche.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Catania, si divide in due filoni, uno coinvolge assieme a Mirabella l’ex rettore dell’ateneo, Francesco Basile, direttore dell’unità operativa complessa di clinica chirurgica del Policlinico Rodolico-San Marco e già a giudizio in un processo su presunti concorsi «truccati». A inguaiare la candidata di Fdi è l’indagine sull’organizzazione del 123simo congresso della Società italiana di chirurgia presieduta da Basile. Per gli inquirenti sarebbero emersi «stretti rapporti tra Basile, gli amministratori della società New congress srl», che ha gestito l’organizzazione del congresso, e «l’allora assessore con delega per i grandi eventi, Barbara Mirabella». Rapporti che, per l’accusa, «sarebbero andati oltre la fisiologia» del ruolo istituzionale.

«Per ottenere l’incondizionato ausilio dell’assessore e, dunque, dell’amministrazione comunale, per tutte le necessità dell’organizzazione del congresso, gli amministratori della New congress srl, a ciò indotti da Basile, avrebbero accettato di pagare 10.000 euro alla società Expo srl, della quale era socia l’assessore Mirabella, per servizi non necessari» è la tesi degli inquirenti. Nella fase preparatoria del congresso sarebbero «emerse condotte concussive da parte di Basile nei confronti di due aziende farmaceutiche per finanziarlo», e una volta con 80.000 euro anche attraverso «esplicita minaccia della sospensione da parte del Policlinico dell’acquisto di prodotti dalle due aziende». Dice l’avvocato Enzo Trantino, legale di Mirabella: «Constato che il provvedimento è stato emesso ed eseguito a pochi giorni dal voto e che la misura cautelare per l’episodio contestato mi sembra eccessiva».

Per Claudio Fava (centopassi) «il quadro che emerge racconta una Sicilia in cui la politica, la salute e l’istruzione sono considerati bottino di guerra. Sono appunto la politica, la sanità, l’università che vogliamo riscattare». E per Nuccio Di Paola, candidato presidente dei 5S, «l’arresto non rappresenta il miglior viatico per le regionali che già vedono in corsa un candidato sotto processo, Renato Schifani».