«Scholzen». L’ultimo neologismo sussunto dalla grammatica tedesca definisce l’atto di temporeggiare di chi si trova sospeso tra l’impegno di inviare a Kiev armi letali, ma non troppo pesanti, e la promessa di diventare indipendenti dal gas di Mosca, ma non prima della fine dell’anno. Verbo cucito su misura per Olaf Scholz, soprannominato dai media nazionali «il cancelliere di guerra» anche se pare che quella in Ucraina non abbia alcuna intenzione di combatterla fino alla sconfitta di Putin. AL CONTRARIO di Usa, Regno unito e Paesi dell’Est e con buona pace della connazionale Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue....