Aiuto al suicidio, la presidente Casellati telefona alla Consulta per fermarla
Marco Cappato, sotto processo per aver accompagnato in Svizzera a morire Dj Fabo: «Pressione indebita, intervenga il presidente Mattarella». La presidente del Senato precisa: «Telefonata informale». Il M5S: «Non c’è accordo». Oggi a Roma dalle 16,30 alle 23 grande manifestazione/concerto. «Liberi fino alla fine», in Piazza Don Bosco, con decine di artisti, musicisti, giornalisti e personalità varie, per il diritto a scegliere come morire
Marco Cappato, sotto processo per aver accompagnato in Svizzera a morire Dj Fabo: «Pressione indebita, intervenga il presidente Mattarella». La presidente del Senato precisa: «Telefonata informale». Il M5S: «Non c’è accordo». Oggi a Roma dalle 16,30 alle 23 grande manifestazione/concerto. «Liberi fino alla fine», in Piazza Don Bosco, con decine di artisti, musicisti, giornalisti e personalità varie, per il diritto a scegliere come morire
«La Presidente del Senato chiama il Presidente della Corte costituzionale per bloccare la sentenza sul mio processo per l’aiuto a #djFabo??!! Ma a nome di chi?? #Pd #M5s #ForzaItalia #Lega #FdI #Leu. #piùEuropa. Qualcuno dica qualcosa». Il tweet di Marco Cappato rompe il silenzio assordante che ha accompagnato l’annuncio di una telefonata che suona come uno scivolone istituzionale, scomposto, irriverente nei confronti dei ruoli, delle funzioni e dei poteri dello Stato. Tanto che, dopo averla annunciata martedì sera, ieri la forzista Elisabetta Casellati è stata costretta a correggere il tiro con una nota formale: «La telefonata del Presidente del Senato al Presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi sul tema dell’eutanasia, alla vigilia dell’udienza fissata dalla stessa Corte per il 24 settembre, è stata una comunicazione meramente informale sullo stato delle iniziative legislative depositate in Senato, così come concordato in sede di conferenza dei capigruppo».
In realtà al Senato solo il centrodestra preme fortemente per chiedere alla Consulta di fermare il giudizio sull’art. 580 c.p. che vieta l’aiuto al suicidio e per violazione del quale – avendo accompagnato in Svizzera dj Fabo – l’imputato Marco Cappato rischia dai 5 ai 12 anni di carcere. Il pronunciamento è atteso per il 25 settembre, giorno in cui la Corte si riunirà in camera di consiglio, dopo due giorni di udienza pubblica, allo scadere degli 11 mesi che i giudici costituzionalisti avevano concesso al Parlamento per legiferare correttamente in materia, visto che l’attuale assetto legislativo, scrivevano nell’ottobre scorso, «lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti».
Il M5S infatti ha immediatamente puntualizzato: «La presidente del Senato si è offerta di fare una telefonata informale alla Consulta per chiedere più tempo all’Aula prima della pronuncia. La posizione del nostro gruppo però è chiara: non bisogna interferire nei lavori della Corte in modo che si possa esprimere senza ulteriori rinvii».
Al contrario, il centrodestra, dopo la chiamata alle armi della Cei, sta cercando tutte le scorciatoie possibili per scongiurare l’intervento della Consulta, asserendo che il Senato è pronto a varare in pochi giorni una legge che non ha trovato la luce in un anno. E neppure nei sei precedenti anni nei quali il ddl di iniziativa popolare, presentato con 130 mila firme dall’associazione Coscioni, è rimasto ad ammuffire in un cassetto. Forza Italia ha preparato una mozione per chiedere, spiega Lucio Malan, «di poter esercitare come Parlamento la funzione che la Costituzione gli assegna. È assurdo che prima arrivi il giudice e poi la legge».
Cappato invece lancia un appello al presidente della Repubblica: «Questa telefonata, formale o informale che sia, è una forma di abuso di potere, una pressione esercitata, su richiesta di alcuni partiti politici, dalla presidente del Senato sul massimo organo di garanzia costituzionale. Poiché il presidente della Consulta non è un esponente politico, non può difendersi pubblicamente dall’evidente attacco di non rispettare il Parlamento. A questo punto intervenga il presidente Mattarella». Alla luce di questi avvenimenti, conclude Cappato, «il compito e la funzione della manifestazione/concerto che si terrà oggi pomeriggio a Roma – far uscire dai palazzi una questione che riguarda la libertà di tutti e di ciascuno – è ancora più cogente».
Concerto oggi a Roma
È difficile trovare un precedente alla manifestazione concerto che si terrà oggi dalle 16,30 alle 23 a Roma, in piazza Don Bosco, nei giardini intitolati a Piergiorgio Welby, davanti alla chiesa che nel 2006 gli negò i funerali cattolici. Neri Marcorè conduce l’evento «Liberi fino alla fine», organizzato dall’Associazione Luca Coscioni, con decine di artisti e personalità che animeranno il palco: Roy Paci, Nina Zilli, Pau e Mac dei Negrita, Il Muro del Canto, il dj Claudio Coccoluto, Kento + dj Fuzzten, Andrea Delogu, Giulio Golia e Giulia Innocenzi delle Iene, Selvaggia Lucarelli, Francesco Montanari, Stella Pende, dj Marc Robijn, Emanuele Vezzoli, Enrico Zambianchi e molti altri ancora. Ad accoglierli Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretario dell’Associazione Coscioni.
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