Accordo Pd-M5S sulla Consulta
Parlamento Mercoledì la fumata bianca più attesa per l'elezione dei giudici costituzionali. I grillini offrono ai democratici il candidato più gradito, Modugno, e voteranno Barbera. Forza Italia indica Sisto, ma potrebbe non farcela
Parlamento Mercoledì la fumata bianca più attesa per l'elezione dei giudici costituzionali. I grillini offrono ai democratici il candidato più gradito, Modugno, e voteranno Barbera. Forza Italia indica Sisto, ma potrebbe non farcela
Non è andato in galera, come gli augurò (paradossalmente) D’Alema che lo riteneva responsabile di aver portato in Italia il maggioritario uninominale. Al massimo Augusto Barbera è stato brevemente coinvolto in un’indagine a Bari sui concorsi universitari pilotati – episodio fastidioso perché all’epoca Barbera e altri quattro professori coinvolti erano alla ribalta come «saggi» per le riforme del governo Letta. Normale prassi tra accademici, fu la spiegazione dei saggi; avrebbe però meritato attenzione il fatto che Barbera – ex parlamentare Pci – si interessasse alla cattedra dell’università fondata dalla Congregazione dei legionari di Cristo. Pioniere del maggioritario Barbera lo è stato davvero, avendo accompagnato Mariotto Segni sin dal referendum elettorale del 1992. La patente di riformatore spinto, sostenitore del semi presidenzialismo o del premierato forte, l’ha guadagnata vent’anni fa. E la difende ancora, sostenendo in ogni sede la riforma elettorale e costituzionale di Renzi. Per questo non è andato in galera e andrà alla Corte costituzionale.
Si vota domani pomeriggio per sostituire tre giudici costituzionali che hanno terminato il mandato, il più lontano manca da 17 mesi (quasi un record) e 26 votazioni (un record). Il professor Barbera è stato indicato dal Pd. Forza Italia ha designato l’avvocato Francesco Paolo Sisto, che è anche professore (di sicurezza sul lavoro al politecnico di Bari), ma è assai improbabile che la pattuglia residua di senatori e deputati berlusconiani resti unita sul suo nome (Sisto è stato a lungo con la fronda di Raffaele Fitto). Ed è difficile che questo candidato di Forza Italia venga votato dal Movimento 5 Stelle, che ieri ha scelto il suo nome nella terna dei tre giuristi selezionata da tempo. Ha scelto Franco Modugno, costituzionalista «finissimo» secondo il giudizio di molti suoi colleghi, ma anche costituzionalista silente sulla riforma costituzionale in via di approvazione. I grillini non hanno fatto scegliere gli iscritti online, ma hanno eliminato gli altri due in lizza in un’assemblea dei parlamentari, dove Modugno ha prevalso su Felice Besostri (assai sgradito al Pd in quanto promotore della battaglia contro l’Italicum) e Silvia Niccolai (che le sue critiche alla legge elettorale e alla riforma costituzionale le ha fatte sentire).
Se il Movimento 5 Stelle nel voto segreto non sosterrà Sisto, e se Forza Italia si dividerà, potrebbero risultare eletti solo due dei tre giudici mancanti, una situazione assai favorevole per il Pd. Che punterebbe così a prendere anche un secondo giudice, in una successiva tornata quando potrebbe presentarsi la necessità di sostituire ancora un altro giudice, eletto anche questo in quota Forza Italia che dunque, alla fine, dovrebbe accontentarsi di una sola casella delle tre che aveva.
I 5 stelle voteranno Modugno e Barbera, due professori «emeriti» il primo a Roma e il secondo a Bologna, malgrado abbiano ripetutamente bocciato il precedente candidato del Pd Luciano Violante perché giudicato privo dei requisiti necessari, essendo un professore non più in ruolo ma in pensione. La Costituzione, quando elenca i requisiti per l’eleggibilità alla consulta, parla di «professori ordinari in materie giuridiche». La distinzione tra «emerito» e «a riposo» è assai sottile, perché fa riferimento non a una condizione formale – si è «emeriti» solo se si è «a riposo» – ma alla prassi che alcune università hanno di offrire un incarico ai «pensionati illustri». Anche se il testo unico delle leggi sull’istruzione superiore scandisce chiaramente che «ai professori emeriti non competono particolari prerogative accademiche». Sono a tutti gli effetti in pensione. Come lo era Giuliano Amato quando è stato nominato alla Consulta da Napolitano.
A Modugno e a Barbera il M5S concederà il voto che ha negato a Violante. Il fatto che il costituzionalista bolognese sia stato vent’anni in parlamento e due in consiglio regionale non fa di lui quel «politico di professione» che non avrebbero potuto votare. Perché lo è stato tanto tempo fa. E perché l’accordo con il Pd era necessario.
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