Aryna Sabalenka

È stato, finora, il Roland Garros dei ritorni inattesi, anche perché l’unico vero rientro che tutti auspicavano non si è materializzato. Rafael Nadal, il re degli Open di Parigi dal 2005, con sole quattro edizioni concesse agli avversari, si è trovato costretto ad abdicare. L’ennesimo infortunio a gennaio patito in Australia e la tardiva decisione di operarsi per sistemare il muscolo ileopsoas, lo hanno messo fuori gioco per almeno cinque mesi. E a trentasette anni appena compiuti, il futuro agonistico di Nadal appare incerto. Un epilogo, quello del ritiro, comunque rimandato per tentare un gran finale nel 2024 partecipando al prossimo Roland Garros e, soprattutto, alle Olimpiadi che si disputeranno, neanche a farlo apposta, sull’amata terra rossa di Parigi.

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Rafael Nadal, l’immortale del tennisIN FRANCIA sono tornate a nuova vita giocatrici che sembravano disperse per diversi motivi. Ad esempio, la russa Anastasia Pavlyuchenkova e la ceca Karolina Muchova, rappresentanti delle due scuole tennistiche più forti, per quantità e qualità, impegnate nel primo quarto di finale. In particolare, la ventiseienne di Olomouc dopo vari guai fisici era precipitata oltre la duecentesima posizione e, improvvisamente, ha ritrovato il suo gioco e la sua notevole capacità di adattarsi ad avversarie e superfici. E così Muchova, dopo un primo set combattuto, si è guadagnata per la prima volta una semifinale nel secondo Slam dell’anno, dopo aver conseguito il medesimo risultato a Melbourne nel 2021. Pavlyuchenkova, una volta di più, si è fermata sul bordo della gloria.
La partita della giornata, per motivi che trascendono l’atto agonistico, è stata però quella tra Elina Svitolina e Aryna Sabalenka. Il pensiero alla guerra, a una tragedia che porta con sé indicibili lutti e distruzioni, non poteva non entrare in campo con le due tenniste. Svitolina, che si riaffacciava dopo la maternità e che ha colto dei quarti di finali in modo stupefacente, aveva già dichiarato che non avrebbe stretto la mano all’avversaria bielorussa. Ed è stata di parola. Dal canto suo, la numero due del mondo già da una settimana non si presenta alle conferenze stampa per evitare domande alle quali probabilmente non sa (o vuole) rispondere.

Ha prevalso con pieno merito la più potente e completa Sabalenka, ma resta il fatto che i mugugni di una parte del pubblico per il mancato saluto e il sorriso della vincitrice soddisfatta dell’obiettivo raggiunto, forse stonano in un momento così funesto.
A venticinque anni Sabalenka, con il trofeo dei recenti Australian Open messo in bacheca, ha raggiunto quella maturità sportiva che potrebbe addirittura portarla a essere a breve la numero uno del mondo. Molto dipenderà dalla polacca Iga Swiatek impegnata oggi nella riedizione della finale dello scorso anno con la giovane statunitense Coco Gauff, unica teenager (nonostante appaia come una veterana) ad aver raggiunto i quarti tra uomini e donne.
L’ultimo quarto di finale vedrà in campo la brasiliana Beatriz Haddad Maia, la vera sorpresa di questa edizione insieme all’argentino Tomas Martin Etcheverry (oggi in campo con Alexander Zverev), opposta alla tunisina Ons Jabeur che dopo un’operazione al ginocchio sembrava stentare nel trovare la giusta condizione e che, invece, è tornata ai livelli che le competono. E ogni tanto, non è male vedere soluzioni eccentriche in un tennis monotono nel quale palline e racchette, per la violenza esercitata, non durano più di qualche game. Per fortuna, Muchova e Jabeur sono là a difendere il potere della fantasia.

FIN QUI abbiamo trascurato il torneo degli uomini. Sono arrivati ai quarti di finale i protagonisti attesi pur con qualche minima defezione. Carlos Alcaraz e Stefanos Tsitsipas (nel programma serale di ieri) hanno risposto presente e ora si contenderanno il posto in semifinale dove incontreranno il redivivo Novak Djokovic che, ovviamente, ha messo da parte i problemi fisici al momento opportuno, e ha battuto, sulla distanza, il russo Karen Khachanov.

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Djokovic no vax e ora anche no visa

Oggi, torneranno a battagliare esattamente come nell’edizione dello scorso anno, il norvegese Casper Ruud (finalista 2022) e il danese Holger Rune, il nuovo villain del circuito. I due nordici non sono amici e lo hanno ampiamente dimostrato. Vedremo in questo nuovo episodio cosa accadrà.

Un anno fa, in un’appassionante semifinale con Nadal, Zverev si fratturò la caviglia. Oggi torna ai quarti contro il già menzionato Etcheverry, per recuperare quello che la sorte gli aveva dolorosamente sottratto. Al suo posto avrebbe potuto esserci Jannik Sinner, ma l’italiano si è arreso al tedesco Daniel Altmaier. Niente di grave. Per i nuovi campioni si è ristabilita la normalità. Eravamo abituati alla continuità di Federer, Djokovic, Murray e Nadal. In questa nuova era (con il serbo a fare da guastatore), ogni tanto, qualche rappresentante della vetta osa persino perdere.