Iglesias, 25.052 abitanti, capoluogo del distretto industriale del Sulcis era il comune più importante tra i 39 dove domenica e lunedì s’è votato per il rinnovo dei consigli e per l’elezione dei sindaci. Era l’unico centro – insieme con Assemini, 25.815 abitanti – sopra la soglia dei 15 mila abitanti a partire dalla quale si sarebbe potuto eventualmente andare al ballottaggio. Ma di ballottaggio a Iglesias non ci sarà bisogno. Dalle urne, infatti, il candidato del centrosinistra, Mauro Usai, è uscito con una maggioranza schiacciante del 72,54 per cento. A premiarlo è stata la scelta di un campo di alleanze largo, che va dal Terzo Polo di Renzi e di Calenda ai Progressisti (il partito dell’ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda ex Sel), da Articolo 1 nella componente ancora non confluita nel Pd di Schlein a forze di centro e di sinistra genericamente progressista.

Primo cittadino uscente, Usai, pur avendo la tessera del Pd, ha presentato una sua lista (Mauro Usai sindaco), distinta da quella del suo partito. E ha preso il 27,08 dei voti contro il 24,04 raccolto dal Pd, a riprova del fatto che quella di Usai è stata anche un’affermazione personale. Nella lista del vincitore anche un candidato consigliere indicato da Rifondazione comunista. Fuori dalla colazione, invece, è rimasto il Movimento 5 Stelle. I dirigenti locali del partito di Conte, contro le indicazioni che venivano da Roma, non hanno voluto fare l’alleanza con il Pd e con le altre forze di centrosinistra e hanno messo in campo una lista (Movimento civico Iglesias) che è confluita nella coalizione di centrodestra (Lega, Forza Italia e formazioni locali di centro) guidata dall’indipendente Beppe Pes. Nessuno dei partiti che hanno sostenuto Pes ha presentato il suo simbolo. Sono state preferite liste civiche aperte a esponenti della società civile. La cosa però non ha funzionato: centrodestra e grillini locali insieme hanno preso soltanto il 21,72 per cento. Peggio ancora Fratelli d’Italia: hanno deciso di correre in solitaria con un loro candidato, Luigi Biggio, e si sono fermati al 5,75 per cento. Troppo presto per sapere se la strada scelta da Usai potrà essere, con l’aggiunta dei 5 Stelle, la stessa che il centrosinistra seguirà alle elezioni regionali, fissate in Sardegna per febbraio del prossimo anno.

Intanto però ad Assemini il Pd l’alleanza con i 5 Stelle per queste comunali l’ha già fatta. E non è andata benissimo: chi ha preso più voti è stato un ex grillino dissidente, Mario Puddu, che ha catalizzato intorno a sé una coalizione di liste civiche ed è arrivato al 38,07 per cento. Dietro di lui il candidato Pd-M5S, Diego Corrias, non ha superato il 31,6 per cento, staccando la leader dell’alleanza di centrodestra, Niside Muscas, di soli nove voti. Così esiguo il divario tra i due che il centrodestra ha presentato ricorso alla commissione elettorale chiedendo il riconteggio. Chi andrà al ballottaggio con Puddu lo si saprà soltanto quindi nei prossimi giorni.