Lavoro nel settore del fotogiornalismo da quindici anni. In questo periodo ho coperto molti attacchi israeliani. Pensavo di essere un fotografo di guerra. Ma questa guerra mi ha fatto ricredere. È la fine. I media sono legati a chi li finanzia, le politiche dei media sono legate al favore dei potenti. E i potenti enfatizzano sempre le debolezze dei deboli. Lo sviluppo tecnologico è stato enorme negli ultimi giorni di Gaza, prima della guerra. Lo si può osservare guardando i social media. Ma l’occupazione ce ne ha privato. LAVORARE come giornalista palestinese in questo conflitto equivale al suicidio. Ci aspettavamo...