L’inchiesta di Altreconomia avviata da Duccio Facchini ha aggiornato ieri i dati Istat riferiti alle esportazioni di armamenti italiani verso Tel Aviv. Dati agghiaccianti che parlano di un commercio militare florido tra il nostro paese e lo stato ebraico, nonostante il genocidio a Gaza prosegua senza tregua e nonostante gli appelli costanti della società civile italiana per il cessate il fuoco.

OLTRE UN MILIONE di fatturato soltanto nel mese di dicembre, un ventaglio sempre più ampio di forniture militari e di armi a uso difensivo personale. Armi ad uso e consumo dei coloni armati in Cisgiordania, dove i palestinesi uccisi dal 7 ottobre sono 432, di cui 115 bambini (dati: Al Jazeera english), ma anche forniture di armamenti pesanti: sebbene i dati in chiaro si riferiscano prevalentemente a munizioni e ad armi di piccolo calibro (destinati quindi all’uso privato), incrociando i dati e tenendo conto del tipo di industria e della provenienza di quei guadagni possiamo facilmente immaginare che si tratti di investimenti militari nei settori dell’aeronautica e del materiale bellico.

Preziosissima ancora una volta è l’analisi di Giorgio Beretta, analista di Opal e di Rete Pace e Disarmo, riportata da Altreconomia, che afferma come nella categoria merceologica «Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi», durante il periodo compreso tra ottobre e dicembre 2023, sono stati esportati verso Israele materiali del valore complessivo di 14.800.221 euro.

Di tale importo una quota superiore alla metà, pari a 8.795.408 euro, è stata fornita dalla provincia di Varese. È la provincia che ospita Alenia Aermacchi, una società che fa parte del gruppo Leonardo,responsabile della produzione dei trenta aerei addestratori militari M-346. Queste velivoli sono stati selezionati dal ministero della difesa di Israele nel febbraio 2012 e successivamente acquistati ed esportati al fine di addestrare i piloti dell’Israeli Air Force (impegnata nei bombardamenti su Gaza). La triste classifica delle esportazioni vede Lecco al primo posto, sede della Fiocchi munizioni, un podio conteso da Brescia (Beretta), al terzo posto Roma e infine Genova, teatro di varie proteste dei lavoratori portuali.

Una violazione della legge 185 del 1990 che impedisce di inviare armi a paesi coinvolti in conflitti militari e in abusi dei diritti umani. Questo coinvolgimento si accompagna a uno zeitgeist anti-palestinese: mentre per un soffio il cittadino palestinese Anan Yaeesh residente a L’Aquila non è stato estradato verso Israele e il ministro Salvini fa una proposta di legge sull’antisemitismo in cui chiede di restringere la possibilità di manifestare contro Israele, confondendo antisionismo e odio razziale, a Gaza è iniziato il Ramadan, ma il digiuno va avanti oramai da mesi.

LA POPOLAZIONE stremata, ridotta alla fame, viene uccisa mentre si raduna attorno ai pochi camion della farina: in questi giorni il digiuno non è più una scelta volontaria e l’iftar sembra non arrivare mai.

Nella Striscia la luna che annuncia la celebrazione della Rivelazione non è mai sembrata così lontana. A illuminare la notte soltanto i missili, le bombe e le scintille delle mitragliatrici. Che portano il nostro nome.