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A Cuba turisti in quarantena. E un’altra nave da crociera alla deriva nei Caraibi è in arrivo

A Cuba turisti in quarantena. E un’altra nave da crociera alla deriva nei Caraibi è in arrivoDal barbiere all'Avana, 25 marzo 2020 – Ap

La stretta del governo Chiuse le scuole, viaggi quasi azzerati, via al porta a porta nazionale degli studenti di medicina. Il problema restano le code. Intanto la Costa Magica dirige sull’isola. A bordo 5 positivi al Covid-19, 80 in isolamento e 200 italiani.

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 26 marzo 2020

Da martedì sono entrate in vigore le nuove misure decretate dal governo per contenere la diffusione del virus Covid-19 a Cuba. Mentre si profila una nuova emergenza che potrebbe coinvolgere il governo dell’isola: la motonave da crociera Costa Magica navigava ieri mattina in acque cubane della provincia orientale di Holguin con a bordo 970 persone tra passeggeri (200 italiani) e personale.

 

La motonave Costa Magica

 

 

 

SECONDO FONTI MARTINICANEMartinique 1 – 5 passeggeri sarebbero malati di coronavirus e 80 in isolamento per sospetto contagio. A bordo vi sono tre medici ma un solo ventilatore e i prodotti per disinfettare sono esauriti. La motonave non ha avuto permesso di attraccare in Martinica, né alle Barbados e a Granada. Si ipotizza che stia trattando una soluzione come quella riservata la settimana scorsa alla motonave inglese Braemer, sbarcata nel porto di Mariel vicino all’Avana, i cui passeggeri sono stati rimpatriati dalle autorità inglesi. Sempre secondo fonti della Martinica vi potrebbe essere un accordo di sbarco solo per i 200 italiani. Ma fino ieri non vi era alcun comunicato ufficiale cubano, impegnato a contenere la diffusione del coronavirus nell’isola e anche in missioni mediche in vari paesi, tra i quali l’Italia.

FINO A IERI VI ERANO NELL’ISOLA 57 persone infettate (due in stato grave) e 1479 ospedalizzate in attesa di accertamenti (tra i quali 174 stranieri) ma non si segnalano casi di trasmissione interna del virus secondo il quaotidiano Juventud rebelde.

Le misure di contenimemto dell’epidemia a Cuba per si basano essenzialmente nel chiudere la principale fonte di contagio – turisti e cubani che ritornano da paesi colpiti dalla pandemia -, nel cercare di limitare ogni forma di contatto diretto tra la popolazione e nella mobilitazione di tutto l’apparato sanitario. Compresi gli studenti di medicina impegnati – assieme ad altri organismi di base – in un porta a porta nazionale per verificare lo stato di salute e dare indicazioni: fino a ieri erano state effettuate più di 3 milioni di visite domiciliari (un quarto della popolazione dell’isola, l’1% presenta problemi respiratori).

NEGLI AEROPORTI sono permessi solo voli in arrivo di cubani e residenti che ritornano in patria – sono inviati con speciali trasporti in centri dove resteranno sotto isolamento e osservazione per due settimane – e di partenze per i turisti che decidono di tornare a casa. Quelli che restano nell’isola sono obbligati a rispettare una quarantena negli hotel o nelle case in affitto – quest’ultimi in attesa di essere ricollocati in alberghi scelti all’uopo e che praticano gli stessi prezzi delle stanze in affitto.

LE SCUOLE DI OGNI GRADO sono chiuse eccetto gli asili infantili dove i genitori che vogliono – o necessitano – possono portare i figli con la garanzia delle misure sanitarie richieste dalla situazione. Chiusi anche centri sportivi, ginnasi e night, mentre ristoranti e bar possono restare aperti se garantiscono le condizioni di separazione tra i clienti. Fermi i trasporti pubblici e privati tra le varie province dell’isola.

Il problema principale sono le code che si allungano specialmente nei mercati e di fronte ai negozi di alimentari, alle banche e agli uffici della telecom cubana, Etecsa. File non sempre ordinate e con rispetto della distanza di un metro. Coloro che hanno mascherine sono in minoranza, gli altri si coprono naso e bocca alla meglio o semplicemte ignorano ogni precauzione.

NELL’ISOLA SONO STATI ISTITUITI 760 punti di vendita di cibo da asporto prodotto da aziende statali e 123 punti di vendita e distribuzione di cloro. Alcuni alberghi della capitale costretti alla chiusura temporanea a causa della mancanza di clienti recuperano le scorte di alimenti e le pongono in vendita con anche la possibilità di trasporto a casa. Ma per ora l’offerta base di 30 dollari – poco meno dello stipendio base- risulta troppo costosa per la gran parte della popolazione.

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