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Washington allenta il blocco su Cuba

Washington allenta il blocco su CubaDavanti all’aeroporto internazionale dell’Avana – Reuters

Nuove norme Basta «politiche anacronistiche». Gli Usa tolgono le restrizioni su viaggi e commercio. E da mercoledì via alle trattative tra i due governi. I dissidenti chiedono «trasparenza»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 17 gennaio 2015

La marcia di avvicinamento diplomatico degli Stati Uniti a Cuba ha compiuto il primo passo concreto. Sono infatti entrate in vigore ieri una serie di nuove norme varate da Washington per allentare l’embargo a Cuba riguardo a viaggi e commercio. Norme che, ha detto giovedì il segretario al Tesoro Usa, Jacob Lew, «ci portano più vicini a rimpiazzare politiche anacronistiche che non funzionano con una politica che aiuti a promuovere la libertà politica ed economica per il popolo di Cuba».

Dopo essere stata data in tono minore nel telegiornale della sera di giovedì, ieri i due quotidiani del partito comunista, Granma e Juventud rebelde, hanno dato la notizia di spalla in prima pagina, aggiungendo in occhiello che gli Usa «mantengono il blocco (embargo) economico, commerciale e finanziario» contro Cuba.

Le nuove regole varate dal governo di Barak Obama riguardano i viaggi, le transazioni e i commerci. Vengono abbassati i requisiti per poter viaggiare nell’isola, nella cornice delle 12 categorie già fissate da Washington, tra cui visite di familiari, viaggi ufficiali governativi, di organizzazioni umanitarie, per scambi professionali, educativi e religiosi, culturali o sportivi, così come per la copertura giornalistica. Il dipartimento del Tesoro ha informato che i cittadini Usa «potranno effettuare normali transazioni, compresi il pagamento delle spese quotidiane e l’acquisto di beni a Cuba per il consumo personale nell’isola», per il quale si potranno «utilizzare le carte di credito statunitensi».

In sostanza, i turisti nordamericani potranno importare beni fino a un valore di 400 dollari per uso personale, «inclusi non più di 100 dollari di prodotti alcolici e tabacco». Il limite per l’invio di rimesse aumenterà da 500 a 2.000 dollari ogni tre mesi e in alcuni casi di progetti umanitari non ci saranno restrizioni. Gli studenti che hanno l’autorizzazione per recarsi a Cuba potranno invece portare fino a 10mila dollari come rimesse familiari o come donazioni a organizzazioni religiose o per motivi educativi. Da oggi, infine, sarà autorizzato l’invio di cellulari, televisori, computer e altri dispositivi ma, soprattutto, le nuove regole renderanno più facile ai fornitori statunitensi del settore delle telecomunicazioni e del commercio fare affari con Cuba.

Il primo – e unico – commento ufficiale giovedì è stato di Eusebio Leal, il famoso Historiador dell’Habana che sta dando un nuovo volto alla parte coloniale della capitale. Interrogato nel corso di una conferenza stampa, Leal ha affermato che è «magnifico» e «meraviglioso» che gli Usa comincino a togliere le sanzioni, specie «per il settore del turismo», che da più di cinquant’anni avevano imposto all’isola. «In questo modo – ha detto – gli Stati Uniti riconoscono che la politica attuata fino ad ora nei confronti di Cuba è stata non solo sbagliata ma anche fallimentare».

L’ex diplomatico cubano Carlos Alzugaray ritiene che l’eliminazione delle restrizioni entrate ieri in vigore attiverà nell’isola settori come il bancario – con il permesso dell’uso di carte di credito americane – e quello turistico con le nuove possibilità di affari che si aprono per le linee aeree e le agenzie di turismo Usa, i cui agenti potranno viaggiare nell’isola senza restrizioni.

Riuniti all’Avana nell’ambito del «Foro dei diritti e delle libertà», un gruppo di dissidenti ha varato un documento, firmato anche da intellettuali e artisti cubani che vivono all’estero, nel quale si chiede che venga resa nota una sorta di «mappa di viaggio» delle trattative tra Stati uniti e Cuba che inizieranno all’Avana mercoledì prossimo, in modo da «dare trasparenza ai temi trattati». In sostanza viene chiesto che «si garantiscano cambiamenti – anche costituzionali – che conducano a una vera democrazia» nell’isola, in modo che nel processo di riforme sia partecipe l’intera società civile cubana. La richiesta di approfondire il processo di riforme in corso nell’isola viene anche da settori laici della Chiesa cattolica – che ha partecipato come mediatore alle trattative tra Washington e l’Avana.

L’apertura di trattative sta registrando anche reazioni drammatiche. Aumenta infatti il flusso di cubani che cercano di arrivare negli Usa attraversando lo stretto di Florida con mezzi nautici di fortuna, nel timore che il progredire delle trattative porti all’eliminazione della legge che concede ai cubani espatriati facilitazioni economiche e una rapida via per ottenere la residenza.

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