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Vozza: «A Renzi va bene anche Caldoro. Sui candidati il Pd ha chiuso gli occhi»

Vozza:  «A Renzi va bene anche Caldoro. Sui candidati il Pd ha chiuso gli occhi»Salvatore Vozza

Elezioni in Campania Il candidato di Sinistra al lavoro: «I dem speravano che le primarie togliessero di mezzo l’ex sindaco di Salerno. Sugli impresentabili il premier fugge dalle responsabilità|»

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 15 maggio 2015

Eletto in parlamento per tre legislature con Pds e Ds, ex sindaco di Castellammare di Stabia, attuale coordinatore regionale di Sel, Salvatore Vozza è il candidato governatore alle elezioni regionali in Campania per Sinistra al lavoro, una sigla che riunisce, oltre al partito di Nichi Vendola, Rifondazione, Pcdi, Sim, Partito del Lavoro, Green Italia, Act. Nessuno di loro ha superato la soglia di sbarramento nel 2010, i sondaggi li danno tra il 4 e il 6%. Mercoledì sera Vozza era nello studio di Matrix insieme agli altri competitor Stefano Caldoro (governatore uscente di Fi) e Valeria Ciarambino per il M5s. Marco Esposito della lista Mo! ha contribuito con un’intervista. E’ rimasta una sedia vuota: Vincenzo De Luca ha declinato all’ultimo minuto per motivi familiari.

Vozza, a cosa attribuisce l’assenza di De Luca?

Ho l’impressione che si sia trattato di una fuga dalle responsabilità sul tema dei candidati impresentabili nelle liste collegate. Una fuga in atto da parte di tutto il Pd e soprattutto da parte del segretario premier, Renzi.

Gli impresentabili stanno diventando un macigno che Caldoro sta buttando per intero sulle spalle di De Luca.

Il consiglio regionale uscente ha 57 componenti su 60 indagati per ’rimborsopoli’, alcuni membri sono stati accusati di collegamenti con la criminalità e la camorra, addirittura il presidente del consiglio si è dovuto dimettere perché sotto inchiesta. Un mese fa l’azienda sanitaria di Caserta è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche. In quanto al tema dei fedelissimi di Nicola Cosentino (ex coordinatore regionale del Pdl, in carcere perché sotto processo, ndr), Caldoro promise che se i voti dei consentiniani fossero diventati determinanti per la sua maggioranza avrebbe sciolto il consiglio. Non l’ha mai fatto. Il Pd invece di avviare una battaglia su questo, invece di dire ’non ricandidiamo chi è in questo consiglio, apriamo una fase nuova’, ha chiuso gli occhi, sperando che le primarie togliessero di mezzo De Luca. Non è successo e adesso assistiamo a una specie di rivincita personale rispetto al 2010 dell’ex sindaco di Salerno. Questo sta tenendo in vita anche Caldoro, a cui si contendono nicchie elettorali sul libero mercato politico.

C’è chi vi rimprovera di non aver accettato l’accordo con Vincenzo De Luca in chiave anti-Caldoro.

Cosa ci avrebbero detto gli elettori il giorno dopo il patto De Luca-De Mita e l’ufficializzazione delle liste piene di personaggi di destra o imbarazzanti? Il Partito della nazione a Roma produce il Jobs act, ’La buona scuola’, lo Sblocca Italia, riforme costituzionali di quel tipo; nelle periferie imbarca di tutto perché l’imperativo non è cambiare ma vincere. Non importa il programma ma intercettare pacchetti di voti e i personaggi che li riciclano.

Sotto elezione torna il cavallo di battaglia «stop agli abbattimenti» degli edifici abusivi.

E’ la terza campagna elettorale in cui si cavalca il tema, non è possibile che l’unica leva di sviluppo che si abbia in testa è il condono. Si è provato a infilarlo nel collegato alla finanziaria regionale, che avrebbe permesso costruzioni persino nella Costiera amalfitana e nella zona rossa a rischio eruzione Vesuvio. Caldoro fa tutto con un aplomb sconvolgente e scarica i guasti sull’eredità del passato, ma lui che eredità lascia? Una sanità dove si muore, i trasporti allo sfascio, quattro miliardi di fondi Ue mandati indietro. Non ha tolto un chilo di ecoballe in cinque anni. L’opposizione dov’era?

Nello studio di Matrix Caldoro ha provato a intestarsi la battaglia per non chiudere lo stabilimento Indesit di Carinaro.

In cinque anni non ha mai imposto al governo un tavolo per discutere di politiche industriali, a cominciare dalla fuga di Finmeccanica dalla Campania. Il governatore ha rivendicato di aver fatto una delibera per Carinaro, ma è una delibera di principio senza impegni di spesa. Mentre mandava indietro i fondi Ue, ha ignorato il progetto per ampliare il bacino di carenaggio di Fincantieri. Il governo toglie alla Campania e al Mezzogiorno il Fondo di coesione e nessuno dice niente. Caldoro o De Luca per Renzi è lo stesso, addirittura premier e governatore si fanno i complimenti a vicenda.

Renzi ha promesso di venire domani all’inaugurazione della nuova stazione della metropolitana.

E’ uno sbaglio. Il premier si era preso un impegno su Bagnoli, sulla Terra dei fuochi e non è successo niente. Anzi la popolazione è in subbuglio. Disse che per la vertenza Whirlpool-Indesit ci pensava lui e si è visto. E poi dici di voler venire a inaugurare una stazione? Ci vuole sobrietà.

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