“Voto utile” in salsa toscana: “Appoggia il tuo partito ma il nostro candidato”
Regionali 2020 Enrico Rossi chiede a Toscana a Sinistra e M5s il voto disgiunto pro Giani, e Tommaso Fattori fa altrettanto chiamando gli elettori Pd a votare Giani ma la coalizione di sinistra. Mentre Sinistra Italiana guarda al referendum costituzionale e sottolinea: "Giani e Ceccardi sono in perfetto accordo per tagliare la democrazia".
Regionali 2020 Enrico Rossi chiede a Toscana a Sinistra e M5s il voto disgiunto pro Giani, e Tommaso Fattori fa altrettanto chiamando gli elettori Pd a votare Giani ma la coalizione di sinistra. Mentre Sinistra Italiana guarda al referendum costituzionale e sottolinea: "Giani e Ceccardi sono in perfetto accordo per tagliare la democrazia".
“Appoggia il tuo partito, ma il nostro candidato”. Complice la legge toscana che offre la possibilità del voto disgiunto, la campagna elettorale in questa settimana di ferragosto si sta focalizzando su una peculiare interpretazione del cosiddetto “voto utile”. Una pratica che, alla prova dei fatti, nelle consultazioni locali è sempre riuscita a spostare qualche punto percentuale fra il voto al candidato e quello alla sua coalizione.
A dar fuoco alle polveri Enrico Rossi che, dopo le iniziali perplessità sulla candidatura del suo successore, si sta dimostrando il miglior testimonial che Eugenio Giani potesse desiderare. “Sarebbe bello – ha scritto il governatore uscente in un post su facebook – se M5s e Toscana a Sinistra ragionassero allo stesso modo, e per scongiurare la vittoria della Lega invitassero a votare per il loro partito e per Eugenio Giani presidente”. In questo modo, prosegue Rossi, “entrambe le forze politiche entrerebbero in Consiglio regionale per sostenere le loro posizioni, e con il voto a Giani eviterebbero il rischio che la Toscana democratica e di sinistra possa essere sconfitta dai fascioleghisti, che nella nostra regione sono e devono restare una minoranza”.
Con consumata esperienza politica, Rossi ha guardato anche nel campo degli avversari, chiamandoli però solo “fascioleghisti”. Ben sapendo che fra l’elettorato berlusconiano moderato (e anche in più di un loro eletto del popolo) si sta facendo strada l’opzione “Giani e Forza Italia”. Gettonata anche grazie alle miriadi di relazioni che l’antico socialista nencinian-craxiano, e poi demrenziano, ha saputo costruire con indubbia abilità in trenta lunghi anni di politica attiva e istituzionale.
Comunque sia, Toscana a Sinistra e M5s hanno rinviato la proposta al mittente. Anzi Tommaso Fattori ha dato la sua versione del cosiddetto “voto utile”. “Voglio rovesciare questo approccio con un invito agli elettori del Pd: scegliete pure Giani, se volete. Ma fate il disgiunto mettendo pure una croce sul nostro simbolo di Toscana a Sinistra, per garantire una forte componente ecologista e di sinistra nel prossimo Consiglio”.
Una posizione, quella di Fattori, che ha provocato la reazione di Serena Spinelli, capofila della “Sinistra Civica Ecologista”, che comprende gran parte di Leu e che, con un suo programma elettorale, sostiene Giani: “Mi pare giusto rispondere a Fattori, che ha legittimamente scelto di non fare parte della coalizione delle forze democratiche e progressiste che si candida a governare la Toscana e di porre la sua proposta politica all’opposizione, fuori dalla futura maggioranza e dal futuro governo regionale, da dove non gli sarà certo facile far valere le sue valide proposte programmatiche. Invece chi vuole che le istanze della sinistra e dell’ecologismo abbiano davvero un ruolo nel prossimo governo regionale ha già la possibilità di farlo, scegliendo di dare fiducia a Sinistra Civica Ecologista”.
A non pensare al “voto utile”, ma alle posizioni di merito su un argomento essenziale di discussione parallela come il referendum costituzionale, è invece Sinistra Italiana, la cui componente toscana (nonostante un gruppo pro Giani) appoggia Fattori, e sottolinea a chiare lettere che Lega e Pd, oltre ai 5 Stelle, ragionano allo stesso modo: “Sul referendum costituzionale Eugenio Giani compie la stessa scelta della leghista Susanna Ceccardi. Non siamo meravigliati: sugli importanti temi relativi all’assetto costituzionale e alle leggi elettorali, spesso il Pd e le destre si sono trovati d’accordo anche qui in Toscana, dove è stata inventata e testata la prima legge elettorale regionale antesignana del Porcellum. E così, ecco uniti nella lotta per il ‘Si’ al referendum i due volti del liberismo nella nostra regione: quello tecnocratico e autoritario di Eugenio Giani, e quello populista e mellifluo di Susanna Ceccardi”.
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