La cosa più bella dell’Educazione sentimentale – osservava Proust in un saggio sullo stile di Flaubert – non è una frase, ma uno «spazio bianco»: un «enorme bianco», che si apre fra gli ultimi due capitoli del romanzo per suggerirci che d’un tratto, nella vita di Frédéric Moreau, sono trascorsi vent’anni. Una simile accelerazione può lasciare interdetto il lettore, che fino a quel momento ha visto scorrere gli eventi secondo un ritmo narrativo per lo più omogeneo e all’improvviso sente spalancarsi sotto la pagina l’abisso del tempo. Eppure lo spazio bianco serve proprio a questo: possiamo considerarlo come un paradossale...