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Università, Renzi sceglie 500 super-prof: premiato il settore della ministra Giannini

Università, Renzi sceglie 500 super-prof: premiato il settore della ministra GianniniProtesta dei ricercatori universitari – Tam Tam

Cattedre Natta Al settore a cui afferisce anche la glottologia e la linguistica, insegnate dalla ministra dell’università Stefania Giannini, andranno più posti. La denuncia del sito «Roars»: tra gli altri, discriminati chimici, ingegneri e scienze umane. Aumentano le richieste di ritiro del provvedimento

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 25 ottobre 2016

La presidenza del Consiglio nominerà i presidenti delle commissioni per le 500 «cattedre Natta» (qui il testo del decreto). La distribuzione tra le discipline di questi superprofessori, detti «docenti ad alta velocità», premierà il settore a cui afferiscono anche la filologia e la glottologia dove insegna la ministra dell’università Stefania Giannini. Lo sostiene Roars, il sito di contro-informazione su università e ricerca. La notizia dei «superprof» – Il Manifesto ne ha scritto dall’ottobre 2015 -ha di recente colpito per la creazione di una nuova gerarchia: solo durante il fascismo il potere politico ha scelto i docenti universitari.

Negli allegati alla bozza del decreto della presidenza del consiglio dei ministri è spuntata un’altra anomalia: una riserva di cattedre distribuite in tre settori disciplinari, il più grande dei quali è glottologia e linguistica dove insegnano la ministra dell’università Stefania Giannini e l’attuale capo dipartimento dell’università, ex presidente dei rettori della Crui Marco Mancini.

*** Gianfranco Viesti: «Cattedre Natta, provvedimento ingiusto, saggio ritirarlo»

Nell’allegato al decreto c’è una tabella di corrispondenza tra la classificazione disciplinare dello European Research Council (Erc) e quella italiana. Il raggruppamento «The human mind and its complexity» (Sh4) comprende, tra le altre, psicologia e neuropsicologia. Nella tabella allegata ce ne sono tre: logica, storia e filosofia della scienza, estetica e filosofia del linguaggio e glottologia e linguistica. Tutta l’area disciplinare corrisponde a 622 docenti universitari. Se le cattedre dovessero essere distribuite in maniera proporzionale rispetto al numero dei docenti italiani, a questo bacino toccherebbero sei posti. Invece, per chi ha scritto la tabella, ne dovrebbero finire 24. Un orientamento che penalizza le altre scienze umane. A queste ultime sarà riconosciuta in media mezza cattedra ogni cento docenti. Al settore Erc a cui afferiscono anche la glottologia e la linguisticaotto volte in più. Il settore avrà due supercattedre in più (24) rispetto a Chimica di sintesi e dei materiali (22) o Ingegneria dei sistemi e delle comunicazioni (22). Tra il 2009 e il 2016 sono stati persi 12.500 posti per tagli e blocco del turn-over, ma il governo preferisce concentrarsi sull’1% dei docenti italiani.

*** Ancora tagli ai dottorati e Renzi chiama cinquecento “Superprof”

L’accusa dei concorsi teleguidati attraverso accordi precedenti alla valutazione «di merito» finirebbe per ricadere sulla presidenza del Consiglio che sceglierà i presidenti di commissione. Questi ultimi, a loro volta, sceglieranno i commissari per le «cattedre Natta» che, più propriamente, andrebbero ribattezzate «cattedre Renzi». In questo modo si potrebbero già prefigurare i vincitori. Proprio quello che la «meritocrazia» sostiene di volere evitare. «Per il momento non abbiamoricevuto smentite – sostiene Giuseppe De Nicolao, docente a Pavia, della redazione Roars – Sotto la retorica della lotta ai baroni vengono creati percorsi opachi in cui non si sa più riconoscere chi beneficia e che cosa».

Dopo i tagli dei fondi per l’università, l’opacità della «meritocrazia» della riforma Gelmini, ora il peggioramento del meccanismo di selezione. «In questo caso – continua De Nicolao – ci sarebbe solo un uomo al comando che decide tutto. Alcune cattedre, come diritto costituzionale e del lavoro, hanno un impatto sulle politiche del governo. Avere un superpropf costituzionalista che dà ragione alla riforma costituzionale o che loda il Jobs Act farebbe comodo al governo in carica. Chiediamo il ritiro del provvedimento».

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