Visioni

Undici tracce per la transiberiana rock dei Dunk

Undici tracce per la transiberiana rock dei DunkI Dunk

Musica Album d'esordio per la band vicentina, uno strano ensemble dalla vocazione figurativa con la capacità di mettere in scena un disco

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 27 gennaio 2018

Trovare il bandolo della matassa deve essere stata operazione non facile viste le anime che popolano questo disco. Anime che però, riunitesi in una sala prove fra le colline della Franciacorta, sono diventate uno spirito unico chiamato Dunk, all’esordio con l’album omonimo (Woodworm/Artist First). Invero Dunk è un progetto costituito da nomi peculiari della musica italiana come Ettore e Marco Giuradei, Carmelo Pipitone (Marta sui Tubi, O.r.k.) e Luca Ferrari (Verdena): uno strano ensemble dalla vocazione figurativa, con la capacità di mettere in scena un disco. Infatti l’album può essere ascoltato per singoli brani, scoprendone le tante certezze differenti (il rock, costole del prog, il folk, a tratti la psichedelia), ma sarebbe meglio approcciarlo tutto d’un fiato, come se si trattasse di un viaggio sonoro con brevi punti di sosta. Non proprio un’opera rock, piuttosto una transiberiana immaginifica che non dosa né assolutizza le sensazioni ma le fa fluttuare su picchi lirici, frenesia corale e ballate malinconiche.

La batteria di Ferrari spinge costruendo una sagoma agli altri strumenti che, a loro volta, intrecciano il corpus in una trama analitica di suoni, come in Avevo Voglia o È altro, quest’ultimo singolo che ha anticipato il disco. Le chitarre, distorte o ritmiche che siano, invadono gli spazi profondi creati dai synth, come se ci trovassimo in una silenziosa collina di campagna in cui il rumore minimale di rami spezzati annunciasse tuoni devastanti. Tuoni che non mancheranno di arrivare.

I testi di Ettore Giuradei sono istantanei, determinati, intrisi di sogni e suggestioni naturalistiche, legati al filo della tradizione cantautoriale ma col dna rock, in Noi non siamo canta: «ieratica sei/erotica quercia/con le radici nel mare/monumentale/oltre il tempo/chiaramente dentro/un corpo d’ospedale/anima visibile/diabolico angelo/trafitto dall’abortiva/esistenza». Melodie rock che diventano metal quando meno te lo aspetti, come in Stradina: «Voglio incontrarti sulla stradina per attaccarti alla pianta». Nessuna confusione, solo tanta libertà di creare.

Al termine dell’ascolto il risultato è quello di un risveglio sereno, dopo aver palpitato e vagato nelle storie dei Dunk. Registrato e mixato da Domenico Vigliotti, undici canzoni pronte per essere ascoltate dal vivo: il 9 febbraio partirà da Brescia il loro tour fra le altre date il 10 saranno a Livorno, il 17 a Firenze, il 23 a Sant’Egidio alla Vibrata, il 24 a Frattamaggiore e poi il 3 marzo a Rimini, l’8 a Bologna, il 17 a Milano, il 12 aprile tappa a Roma.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento