«Oltre cento comuni in Francia non hanno l’acqua potabile», ha dichiarato ieri il ministro della transizione ecologica e della coesione dei territori Cristophe Béchu. Per le autorità si tratta di una «siccità storica»: in 93 dipartimenti (equivalenti delle province) su 96 sono state imposte restrizioni. Queste dipendono dal livello di allarme: in 62 territori è ritenuto «critico», in 27 di «allerta rinforzata» e in quattro «di allerta» semplice. Vietato innaffiare i prati, lavare le auto o irrigare i campi.

Anche perché in molti casi l’acqua nelle tubature semplicemente non c’è più e deve essere trasportata con dei camion per rispondere alle esigenze basilari della popolazione. È l’effetto di un inverno e di una primavera particolarmente secchi e di un’estate torrida che sta consumando le falde acquifere. Il mese appena trascorso è il secondo più secco mai registrato in Francia con un deficit di piogge di circa l’84% rispetto alla media stagionale calcolata sul periodo 1991-2020.

Élisabeth Borne, prima ministra del governo transalpino, ha attivato nella capitale un’unità di crisi interministeriale per anticipare e coordinare le necessarie misure di sicurezza. Ieri si è tenuta la prima riunione, nel tentativo di affrontare una soluzione insolita che sta destando grande preoccupazione e gravi disagi in tutto il paese. Anche perché all’orizzonte non si vedono buone notizie: le previsioni meteo lasciano presagire che la siccità dovrebbe continuare per almeno 15 giorni, facendo inevitabilmente peggiorare il quadro complessivo.

«È un dramma per i nostri agricoltori, l’ecosistema e la biodiversità», ha detto ancora Borne. L’impatto sulle coltivazioni è imponente. Basti pensare che da giugno ad agosto circa l’80% del consumo di acqua è a scopo agricolo e che al momento nella maggior parte del territorio nazionale irrigare le piante è vietato. Intanto ampi incendi stanno devastando ettari ed ettari di vegetazione. Particolarmente colpita è la Gironda, la regione di Bordeaux.

L’allarme riguarda anche la produzione di elettricità. Lo scarso livello di acqua nei fiumi ha creato un doppio cortocircuito. L’energia idroelettrica è la prima fonte rinnovabile francese, ma la maggiore azienda produttrice e distributrice Edf (Électricité de France) ha registrato nel primo semestre del 2022 un calo del 23% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Che diventa -25% per la Compagnie nationale du Rhône, seconda nella classifica di produzione di energia idroelettrica.

I problemi non si limitano alle fonti rinnovabili ma riguardano anche il nucleare. I fiumi sono utilizzati per raffreddare le installazioni e con un livello troppo basso diventa necessario ridurre la produzione. La centrale di Tricastin, ad esempio, sta valutando di fermare temporaneamente uno dei suoi reattori.