Un mese dalla strage di Brandizzo i giudizi sono opposti. Se i sindacati denunciano che niente è cambiato in fatto di appalti, subappalti e sicurezza sul lavoro; dall’altra Rfi si auto assolve, sostenendo che tutto va bene nel sistema che ha portato cinque operai a morire sfracellati lungo un chilometro di ferrovia.

Ricordando quanto è successo il 30 agosto, il lavoro che la squadra della Sigifer – in subappalto dalla Clf di Reggio Emilia – ha fatto con cinque operai per sostituire sette metri di binario con un tempo previsto di intervento di un’ora e mezza, l’11 e 12 settembre Rfi lo ha completato utilizzando ben otto operai e macchinari molto più sofisticati.

Lunedì, in un’intervista alla Stampa l’amministratore delegato di Rfi Gianpiero Strisciuglio ha annunciato la revoca del subappalto alla Sigifer: «La sospensione dal sistema di qualificazione è definitiva, quello che è accaduto ha fatto venir meno il rapporto fiduciario con l’impresa» per «la violazione del sistema di regole secondo le quali si debbono effettuare i lavori sull’infrastruttura».

L’ad di Rfi però, al netto del riconoscimento del «dolore» per un «tragico incidente che ha segnato la storia dell’azienda», ha difeso il sistema di appalti: «I lavori sulla rete vengono effettuati direttamente oppure attraverso ditte appaltatrici», «non c’è alcuna differenza o distinzione nella applicazione delle regole di sicurezza».

UN DATO DI FATTO CONFERMATO è che la «manutenzione straordinaria delle linee di trazione e al binario» Rfi l’ha esternalizzata quasi completamente: «Ci occupiamo della manutenzione ciclica prevista sulla rete e di una parte di ordinaria», ha ammesso Strisciuglio. La verità decennale è che il settore della manutenzione straordinaria dei binari in appalto da Rfi è un settore che prospera grazie ai tagli imposti da Mario Moretti in poi. Il sistema è chiaro: «accordo quadro» con le ditte più grandi che poi subappaltano ad aziende più piccole, come la Sigifer di Vercelli. Il tutto con «tempi ridotti di intervento e tempi dilatati di lavoro», denunciano da anni i sindacati.

GIÀ IL PRIMO SETTEMBRE, in un tavolo specifico, i sindacati avevano chiesto a Rfi di prevedere al più presto un Addendum specifico per la manutenzione ferroviaria, ad oggi inesistente per rivedere procedure e tempistiche degli interventi.

Nonostante le promesse dei vertici di Rfi – alla riunione partecipò il vicedirettore generale Vincenzo Macello – l’Addendum non è stato sottoscritto e le posizioni sono molto distanti.

«DAL 2018 AD OGGI, negli appalti ferroviari ogni 57 giorni vi è un infortunio grave, ogni 115 giorni un morto. C’è un problema serio di qualità nei controlli, ma anche e soprattutto di qualità lungo la filiera degli appalti e subappalti, con lavoratori spesso sotto inquadrati, poco formati. Per questo servono oggi scelte radicali se vogliamo evitare altre stragi», ha denunciato ieri il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi. «Rfi aveva dato una disponibilità, aggiornando il protocollo in essere sugli appalti edili. Il modo migliore per onorare i tanti lavoratori morti in questi anni è agire: serve qualificare di più imprese, lavoratori, organizzazione del lavoro, eliminando il ricorso al subappalto e investendo di più su controlli da fare prima e durante e non solo dopo gli interventi, anche istituendo una società ad hoc dedicata esclusivamente a questo», conclude Genovesi.

«TUTTI GLI ADDETTI alla manutenzione, nessuno escluso, ci stanno chiedendo tutele e cambiamento di un sistema completamente compromesso – conferma il segretario generale della Filt Cgil Piemonte Giuseppe Santomauro – . Stiamo effettuando un giro in tutta la regione, incontrando svariate centinaia di operai. Va rafforzata non solo la formazione ma un ruolo importante lo devono assumere gli Rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza), definito un piano certo per le internalizzazioni superando definitivamente il massimo ribasso».