I cinque operai falciati dal treno a Brandizzo lavoravano in uno dei settori più deregolamentati in Italia. La «manutenzione straordinaria delle linee di trazione e al binario» – questa la dizione precisa – Rfi l’ha esternalizzata quasi completamente. La Sigifer a Brandizzo «operava in subappalto dalla Clf di Bologna che ha un accordo quadro con Rfi». Si tratta di aziende strutturate di un settore molto vasto: l’armamentario ferroviario. Numeri precisi non ce ne sono ma i sindacati stimano che sui binari italiani esternalizzati operino circa 10 mila addetti. Un settore fiorente e in espansione per le imprese tanto da avere una propria branca in Confindustria: l’Anceferr, Associazione nazionale costruttori edili ferroviari riuniti.

UN SETTORE CHE PROSPERA grazie ai decennali tagli alla manutenzione di Rfi, fatti da Mario Moretti in poi. Di manutenzione ordinaria non se fa più o quasi, e allora capita sempre più spesso che linee, binari, traversine si rompano e Rfi debba chiedere manutenzioni straordinarie e urgenti, naturalmente all’esterno. Lo strumento è il cosiddetto «Accordo quadro» con le ditte più grandi che poi subappaltano ad aziende più piccole come la Sigifer di Vercelli.

LE CONDIZIONI DI LAVORO sono durissime e rischiosissime. «Tempi ridotti di intervento e tempi dilatati di lavoro», spiega Antonio Di Franco, segretario nazionale della Fillea Cgil. Nel caso di Brandizzo si possono fare solo illazioni ma di certo non molto lontani dalla verità. «Non oso pensare in quanto tempo dovevano sostituire i 7 metri di binario e allo stesso tempo da quante ore stavano lavorando quel giorno», continua Di Franco.

COMPLICE IL SEMPRE PIÙ lavoro e la tanto strombazzata – dalle imprese – mancanza di manodopera, le aziende chiamano i loro addetti a veri tour de force. «Il contratto nazionale prevede al massimo otto ore più due di straordinario al giorno con un riposo di almeno 12 ore e un massimale annuale di ore di straordinario fissato a 250 ore – illustra Di Franco – . Ora, noi come Fillea Cgil abbiamo fatto numerose denunce giudiziarie buste paga alla mano. Nostri iscritti e altri lavoratori ci parlano di 200 ore lavorate al mese: per aggirare le norme e pagare meno tasse, le aziende inseriscono in busta paga strane voci come «trasferta Italia» o vari «extra» che permettono loro di non assumere altro personale, risparmiando ulteriormente sul costo del lavoro. Ma in questo modo i lavoratori sono spremuti come limoni su cantieri pericolosi come quello di Brandizzo», continua Di Franco.

Fillea Cgil
«Chiesti interventi rapidi ma orario dilatato: per sistemare quei sette metri avranno avuto poche ore mentre ne lavorano 12 al giorno, 200 al mese. E le imprese risparmiano»

Per tutte queste ragioni, appena saputo dell’incidente, i sindacati hanno chiesto ad Rfi un incontro urgente che si è svolto ieri mattina nella sede centrale di Villa Patrizi a Roma. Con il neo amministratore delegato di Rfi Gianpiero Strisciuglio a Brandizzo, a incontrare i sindacati è stato il vicedirettore generale Vincenzo Macello. I sindacati hanno chiesto a Rfi di prevedere al più presto un Addendum specifico per la manutenzione ferroviaria, ad oggi inesistente per rivedere procedure e tempistiche degli interventi.

«C’È UN’ESIGENZA ormai evidente di rimettere mano al mondo delle manutenzioni ferroviarie: procedure, tecnologie, organizzazione del lavoro che per carichi di lavoro, mancanza di qualificazione delle imprese e dei lavoratori, modelli operativi rischiano di far ripetere stragi come quella di Brandizzo – dichiarano in una nota congiunta i segretari generali di Filt Cgil (trasporti) e Fillea Cgil (edili), Stefano Malorgio e Alessandro Genovesi» che ricordano che anche lunedì prossimo in Piemonte, con manifestazione a Vercelli, vi sarà lo sciopero generale regionale degli edili e dei lavoratori dei trasporti.

«Da anni del resto denunciamo l’esigenza di ripensare come si vanno facendo le manutenzioni ferroviarie e non solo in questo paese. A Rfi abbiamo chiesto fin dai prossimi giorni tutti quegli interventi su tempi e modalità di interruzioni, investimenti ulteriori, scelte necessarie che ripensino l’intera organizzazione e filiera delle manutenzioni affinché non si ripetano simili stragi».
La Filt Cgil al riguardo della manutenzione ordinaria di impianti di sicurezza e segnalamento ha chiesto la convocazione del Tavolo permanente della sicurezza per le manutenzioni, chiedendo un monitoraggio sugli incidenti per implementare e rendere ancora più stingenti protocolli e procedure in essere.