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Un flash mob per dire no all’ invisibilità. «Non saremo più mute»

Un flash mob per dire no all’ invisibilità. «Non saremo più mute»Il flash mob di Milano – Francesca Del Vecchio

Non una di meno L'iniziativa organizzata a Milano da Sentinelli, Anpi, Cgil e Acet. Laura Murcia: «Il 25 novembre non si è parlato di donne di colore, trans, straniere, disabili»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 28 novembre 2021

C’è una ragazza che piange davanti alla statua di Cristina di Belgioioso nell’omonima piazza, a Milano. Ha appena partecipato al flash mob contro la violenza sulle donne organizzato dai Sentinelli di Milano. «Mi sono commossa – ci spiega con gli occhi ancora lucidi. – Ho pensato a quanto io sia stata fortunata, dopotutto, a essere ancora viva nonostante le violenze subite. Mentre altre non ce l’hanno fatta».

UN RACCONTO raggelante, che spiazza anche alcune veterane dell’associazione che, per caso, hanno ascoltato la conversazione. A pochi passi dalla statua, ai cui piedi sono state deposte maschere per dire «no all’invisibilità», sono in tanti ad aver aderito al presidio all’ombra di casa Manzoni. «Veniamo dall’invisibilità e qualcuno vorrebbe che fossimo ancora invisibili – spiegano le rappresentanti dei Sentinelli che insieme ad Anpi provinciale, Cgil e Acet (Associazione per l’etica e la cultura transgenere) hanno voluto l’iniziativa. Le donne che parlano in apertura di manifestazione sono attiviste, lavoratrici; toccano tematiche sociali, lavoro, salute, Pnrr: «Anche per il Piano di ripresa e resilienza siamo invisibili, nonostante le promesse del governo e le raccomandazioni dell’Ue». La scelta di questa piazza, intitolata a Cristina Trivulzio di Belgioioso, non è stata casuale: «Qui c’è l’unica statua dedicata a una donna in tutta la città di Milano (inaugurata solo nel 2021, ndr)», spiegano.

«È DEDICATA alle donne che hanno fatto la nostra storia. Ma ne vogliamo di più», aggiunge la rappresentanza femminile dei Sentinelli che ha chiesto la partecipazione attiva di Acet. «Esserci è importante perché noi donne trans siamo donne a tutti gli effetti. E per questo dobbiamo mostrare la nostra partecipazione», ci spiega Laura Murcia di Acet.
«In questa piazza parlo a nome di tutte le trans, discriminate doppiamente e oggetto di scherni e violenza gratuita», continua. «In Italia, il numero di donne trans uccise è secondo solo alla Turchia. E mi ha fatto riflettere che il 25 novembre siano stati fatti tanti discorsi contro la violenza sulle donne ma fossero parole rivolte solo a vittime bianche, mogli, madri. Nessuna parola su donne di colore, straniere, disabili. Sulle trans». Secondo Murcia, infatti, le statistiche stilate finora «tengono fuori tutte queste categorie di donne. Purtroppo, anche loro sono vittime e devono essere conteggiate».
«Non vogliamo più essere invisibili, mute e pazienti – aggiunge Valentina Cappelletti della Cgil. – Lo siamo state perché pensavamo non ci fosse via d’uscita. Ora basta».

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