Sono arrivati in tanti e tante, lunedì sera a Torino, all’assemblea pubblica autoconvocata alla Fabbrica delle E, sede del Gruppo Abele, per dare vita a una mobilitazione permanente e strutturata contro i fascismi vecchi e nuovi. «Dobbiamo agire e farlo subito perché non basta un antifascismo di facciata. È ora di costruire insieme, unendo le nostre diversità, una controffensiva contro la nuova ’nube nera’», ha esortato Gastone Cottino, classe 1925, partigiano e già preside di Giurisprudenza. È uno dei firmatari dell’appello «All’armi son fascisti! Torino deve reagire» da cui è partita l’iniziativa; gli altri sono Maria Chiara Acciarini, Alessandra Algostino, Amedeo Cottino, Livio Pepino e Marco Revelli.

All’invito hanno risposto cittadini, pezzi di sinistra e di associazionismo e svariate realtà sociali. Tra gli altri hanno aderito Anpi, Arci, Fiom, Cidi (Centro di iniziativa democratica degli insegnanti), Volere la Luna, Giuristi Democratici, Anppia (Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), Extinction Rebellion, fino al Collettivo studenti di Giurisprudenza e ai centri sociali (Gabrio e Askatusuna). Un mix abbastanza inedito che, ora, ha deciso di creare un comitato operativo.

«Antifascismo è garantire e favorire l’espressione del pluralismo, muovere dall’esistenza del conflitto sociale. È fascismo, invece, punire i poveri, espellere chi vive ai margini, rispondere al disagio sociale con la colpevolizzazione e l’emarginazione.

Antifascismo è rendere effettiva la libertà di manifestazione del pensiero, sollevare interrogativi, come ha fatto il medico soccorritore Orlando Amodeo sulla strage di Cutro, prontamente minacciato. L’antifascismo vuole la pace», ha dichiarato Alessandra Algostino, docente di diritto costituzionale.

Per Marco Revelli bisogna dare un carattere permanente all’impegno antifascista: «Con l’arrivo al governo di Fratelli d’Italia, che dichiara continuità con il Msi, e con le prime azioni e uscite dell’esecutivo Meloni, da Piantedosi a Valditara, abbiamo avuto la consapevolezza che la soglia è stata varcata. A chi proporrà a questi esponenti di partecipare al 25 aprile, diciamo che non ci stiam