Non è facile comprendere quali siano le regole a base della selezione degli sport che hanno dignità di essere praticati alle Olimpiadi.

Perché il badminton sì e il baseball no?

Perché il rugby a sette sì e il rugby a quindici no?

Perché l’hockey su prato sì e il cricket no?

Il cricket ha avuto la fortuna di una sola apparizione alle Olimpiadi per poi scomparire per sempre. Era il 1900. Le squadre che parteciparono al torneo furono due. La Gran Bretagna batté la Francia 262 a 104. Il criterio del Cio non pare sia il numero di federazioni iscritte alle leghe internazionali o il numero degli spettatori che assistono agli eventi. L’esclusione del cricket è dunque poco spiegabile, visto che la coppa del mondo è seguitissima a livelli ben superiori rispetto a buona parte degli sport presenti a Rio.

Al pari dei campionati del mondo di calcio il mondiale di cricket si tiene ogni quattro anni. L’ultima edizione nel 2015 è stata vinta dall’Australia che ha anche il record di vittorie, oltre a essere l’unica nazione non asiatica ad avere trionfato nella competizione.

In Italia il cricket esiste ed è ben frequentato. Nel campionato interregionale italiano, l’Atletico Diritti Fondi Cricket Club è arrivato terzo battuto solo dalle due squadre fiorentine ma si è classificato prima di tutte le squadre laziali. La formazione è composta principalmente da ragazzi pakistani e indiani che lavorano la terra in quella zona a forte rischio di infiltrazioni criminose che è Fondi. Siamo nel sud del Lazio.

Se la polisportiva Atletico Diritti è arrivata terza nel cricket, è invece arrivata terz’ultima nel campionato di terza categoria di calcio. Un torneo duro quello di terza categoria: nei campi di periferia si assiste a partite vere, con tifosi veri, pathos e arbitri eroi che decidono di rinunciare a tutti i pranzi domenicali per sentirsi insultati dagli spalti.

Così Mimmo, allenatore la domenica e sindacalista nei giorni feriali, e Daniel, capitano tutti i giorni, di domenica in domenica hanno cercato di spiegare ai ragazzi migranti, alle vite difficili e agli studenti dell’Università di Roma Tre che si scendeva in campo per vincere, ma anche per manifestare la propria solidarietà ai profughi che arrivavano sulle nostre coste oppure per chiedere giustizia e verità per Giulio Regeni.

Se ne è accorta anche la Fifa che vi ha dedicato un post con foto su Instagram. Atletico Diritti è una polisportiva messa in piedi dalle associazioni Progetto Diritti e Antigone, con il patrocinio dell’Università di Roma Tre e il sostegno della Coalizione Italiana per le libertà civili. Nonostante l’endorsement della Fifa, nonostante la tanta simpatia riscossa dentro e fuori dai campi di gioco a Roma e a Fondi, nonostante delle due squadre ne abbiano parlato tutti i medi nazionali e regionali – la polisportiva fatica a trovare uno sponsor che ci metta la faccia e i soldi per poter pagare le trasferte, per poter avere le tute, per poter effettuare le iscrizioni, per poter pagare le visite mediche.

Alessandro Marinelli nel bellissimo film Frammenti di libertà ha raccontato le storie dei ragazzi di Atletico Diritti. Di chi è arrivato a bordo di un barcone e ha trovato una squadra. In epoca di sbornia olimpica, dalle pagine del «manifesto» si lancia un appello: sponsorizzate Atletico Diritti.