«Non c’è alcun motivo per cui io debba essere costretto ad accettare e migliorare il più possibile questo mondo imperfetto e noioso che mi è stato offerto alla nascita. Soffriamo sempre, ma in modi diversi. Non fare nulla è straziante. Giocare un ruolo significa prendere il controllo del proprio secolo, tanto da esserne completamente permeato». Così scriveva il fotografo dei movimenti francesi, Gilles Caron, in una lettera alla madre, il 6 maggio 1960. Tano D’amico ci consegna la sua lettera in Misericordia e tradimento (Mimesis, pp. 112, euro 12), nonché una risposta al situarsi, vivere e agire in un mondo...