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Tutti in coda per l’inaugurazione. E la chiamano autostrada

Tutti in coda per l’inaugurazione. E la chiamano autostrada

Salerno-Reggio Calabria Gentiloni, Delrio e i vertici dell'Anas festeggiano il completamento dell'A3, che cambia nome (si chiamerà A2). Peccato che i lavori non siano davvero finiti

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 23 dicembre 2016

Il gran Messere non c’era. Perso il referendum, ha lasciato palazzo Chigi e si lecca le ferite a Pontassieve. Pur tuttavia, erano tanti i cerimonieri di Stato ieri lungo i 494 chilometri dell’A3. C’era il ministro Delrio a bordo di un pullman con la dirigenza Anas e c’era il neopremier Gentiloni ad aspettare tutti a Villa San Giovanni. Squilli di tromba e fanfare magnificano «l’autostrada del Mediterraneo», «la nuova A3», «un’autostrada che non fa invidia a quelle del nord Europa». Tanto nuova che cambierà nome, non più A3, ma A2.

Peccato che i lavori finiti in realtà non siano tali: mancano quei 62 chilometri mai appaltati, dove i lavori non ci sono mai stati né ci saranno mai. Servirebbero 3 milioni, come disse l’ex presidente di Anas, Ciucci, mai stati stanziati. In effetti c’è un’autostrada tra Salerno e Reggio. L’Anas e il governo hanno ragione. Ma forse si riferiscono a Reggio Emilia. Tra Salerno e l’estrema punta meridionale della Calabria al momento esiste solo una strada in alcuni tratti tortuosa, pericolosa, priva di corsie d’emergenza e per diversi chilometri coperta da un significativo limite di velocità a 100 orari.
Il 22 dicembre è passato e ieri ai principali svincoli i comitati hanno volantinato contro la sceneggiata. Il volto del tratto calabrese dell’A3 è sempre coperto di rughe. Sembrano essere finite nel dimenticatoio inchieste antiche e recenti, come le operazioni «Tamburo» e «Dama Nera», che negli ultimi due decenni hanno ipotizzato infiltrazioni mafiose, «cabine di regia» nell’assegnazione degli appalti e gestione parassitaria dei subappalti.

Per rendersi conto della volatilità degli annunci governativi basta percorrere il tratto settentrionale dell’A3 calabrese, quello in teoria messo meglio, negli ultimi mesi interessato dall’ennesimo restyling. Terminati in gran fretta i lavori di bitumazione, permane il rischio che alla prima nevicata, a sud di Cosenza, migliaia di veicoli rimangano di nuovo imbottigliati per ore, come nel gennaio scorso. In quella circostanza la Protezione Civile lanciò pesanti accuse nei confronti dei vertici Anas e lamentò l’impossibilità di effettuare gli interventi di soccorso.

Forse sarà pur vero quel che l’Anas sosteneva in una replica all’inchiesta pubblicata dal manifesto a inizio dicembre: nel tratto critico, lungo 58 km, «Anas, d’intesa con il Governo, ha avviato un Piano di Manutenzione da oltre 1 miliardo, interamente finanziato, per la realizzazione di interventi tra le province di Cosenza e Vibo Valentia». Tuttavia, il problema consiste proprio nel riproporsi ciclico di tali «interventi», che ha caratterizzato la storia dell’A3 negli ultimi decenni. Chissà quanto tempo ci vorrà per vedere realizzata «tra Cosenza e Altilia una nuova carreggiata sud in modo da dotare l’A3 di una corsia di arrampicamento per i veicoli pesanti», di cui parlava Anas nella nota citata.

Intanto ieri alle 19.30 Isoradio annunciava 5 chilometri di coda tra Campagna e Contursi in direzione Reggio Calabria. Per gli automobilisti sull’A3 non è mai tempo di festa.

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