Trevignano, la sparizione della santona
A Trevignano Romano una manciata di cronisti sotto un sole cocente ha atteso nella poca ombra disponibile sul ciglio della strada l’arrivo di Maria Giuseppa Scarpulla: veggente, con un passato di guai ai bilanci, nonché famosa medium che riceve costantemente messaggi dalla Madonna. Oltre le cicale, le nubi in lontananza ed un fedele attempato in completo arancione fosforescente, sul luogo non arriva proprio nessuno. Con il passare del pomeriggio la piccola folla armata di telecamere e microfoni inizia a tornare in processione sulla strada bianca verso le macchine per tornare, a mani vuote, a Roma.
Qualcuno si inventa in extremis un servizio riprendendo la diretta su YouTube della Scarpulla, alternando al limite della video arte immagini del campo vuoto e assolato a quelle dei sigilli sul cancello d’ingresso. In un clima surreale sembra essere giunta a conclusione, a settembre 2024, la vicenda mediatica iniziata nel 2016 quando di ritorno da un viaggio a Medjugorje la signora Scarpulla, aveva visto una statua della madonna in suo possesso iniziare a lacrimare. Da molti anni nel cuore del Parco di Bracciano e Martignano era stato costruito abusivamente un santuario con tanto di croci alte due metri, statue, panche e sedie per i fedeli. Lentamente ma costantemente era stato predisposto tutto il necessario per esercitare effettivamente un’attività di culto.
Ogni tre del mese in questo luogo, mai riconosciuto come mistico, la Scarpulla intercedeva con il divino ricevendo messaggi dalla Madonna, sempre circondata dai suoi adepti. Tutto questo è durato per anni, fino a che il Consiglio di Stato il 29 Agosto scorso ha confermato il provvedimento già emanato dal comune di Trevignano Romano per sgomberare definitivamente l’area ed interrompere ogni attività di culto. La veggente mai doma, protagonista anche di miracoli quali la moltiplicazione di gnocchi, pizza e conigli, a settembre non si è più presentata sulla celebre collina.
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Lidi, le dune cancellateQuella dello sgombero e dell’assenza della Scarpulla dal parco è una buona notizia non solo per il Comitato per la Legalità guidato da Elena Polidori che da anni combatte contro l’abusivismo, ma per tutti quelli che ritengono che un campo a vocazione agricola con un dichiarato interesse storico e paesaggistico, non possa trasformarsi in un santuario, per di più abusivo.
Se la vicenda ad uno sguardo superficiale può risultare grottesca e tragicomica, i risvolti politici ed economici sono invece molto seri. Il passaggio strategico fondamentale per edificare e mettere a reddito un nuovo santuario nell’area ad oggi protetta dallo Stato era il riconoscimento, mancato, da parte delle autorità competenti del Vaticano della soprannaturalità del luogo, il quale sarebbe diventato il nuovo ente competente sulla possibilità o meno di edificare.
La ricerca di una verità ecclesiastica su miracoli, apparizioni o statue piangenti è storicamente una questione complessa per la chiesa cattolica, ancora più dolente se i miracolati minano con tenacia e perseveranza l’autorità della chiesa, non riconoscendone la definitività del giudizio. Che frange di scismatici cattolici con al loro seguito un discreto successo mediatico siano in aumento non è un mistero e verosimilmente la signora Scarpulla si inserisce nell’universo degli anti bergogliani bianchi, tradizionalisti e spesso fanatici, non disposti a trattare su temi fondamentali quali aborto, matrimonio o fine vita.
La signora Maria Giuseppa Scarpulla, è inoltre fondatrice di una onlus “La Madonna di Trevignano Romano” attraverso la quale avrebbe raccolto secondo alcune dichiarazioni oltre cinquecentomila euro in forma di donazioni spontanee, soprattutto dall’estero ma anche da fedeli vicini alla sua cerchia. Sono molte le testimonianze di coloro che hanno fisicamente messo nelle tasche della signora del denaro, come di chi ha bonificato la onlus per migliaia di euro. Ad oggi, la vicenda del santuario sembra essere chiusa, non senza un’ombra d’inquietudine verso quella che sembra essere solo la punta dell’iceberg di un universo di fanatismo che cresce ovunque a macchia di leopardo.
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